Processo per prostituzione in B&B, testi in aula: “Mai pagato, solo regali”

0
87

“Mai pagato per rapporti sessuali. Solo regali: abiti e pelletteria griffata e qualche volta generi alimentari di qualità”. Unanimi le dichiarazioni ieri  dei primi clienti, comparsi come testimoni, una decina, al processo in corso al tribunale di Trapani, per una vicenda legata ad un giro di prostituzione. Sono quasi 50 i testimoni, la maggior parte convocati dal pubblico ministero, nel processo dove è imputata una casalinga alcamese e il titolare di una struttura ricettiva. La donna, presunta organizzatrice del giro, difesa dall’avvocato Maurizio Lo Presti, deve rispondere dei reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il titolare della struttura ricettiva, (assistito dall’avvocato Vito Galbo), deve rispondere solo di favoreggiamento della prostituzione. Nel giro tre donne. La stessa organizzatrice, una palermitana e un’alcamese, ex impiegata in un ente pubblico, da tempo trasferitasi nel nord d’Italia. Quest’ultima non si è mai presentata in aula “per legittimo impedimento” ed ha chiesto al giudice di rinunciare alla deposizione in aula. Il Pm si è dichiarato favorevole alla richiesta e farà fede l’acquisizione dei verbali di interrogatorio da parte dei carabinieri.

La vicenda ha creato grande curiosità ad Alcamo. Ha invece ha confermato  le accuse nei confronti della donna alcamese, che le avrebbe proposto facili guadagni se avesse accettato di avere rapporti sessuali con i clienti che  le avrebbe procurato sia in albergo che in auto. E rapporti anche a tre. A rincarare la dose anche la mamma, entrambe di Castellammare, alla quale avrebbe confidato quelle proposte fatte, durante un appuntamento, in un bar di Alcamo Marina.  Le indagini, condotte dai carabinieri di Castellammare, scattarono nell’agosto del 2018 dopo che una giovane donna  consegnò ai militari la registrazione di due conversazioni durante le quali la casalinga alcamese l’avrebbe invitata a rendersi disponibile per rapporti sessuali a pagamento allo scopo di potere condurre un migliore tenore di vita.  Indagini portate avanti soprattutto con intercettazioni telefoniche e ambientali. Una cimice venne piazzata anche nell’auto della casalinga alcamese. I rapporti sessuali si sarebbero consumati anche all’interno di auto. Costo 250 euro. Ma i primi testimoni chiamati a deporre hanno negato di avere pagato per un rapporto sessuale. I testimoni sono di diversi Comune e oltre Alcamo anche di Palermo e Agrigento. Il processo riprenderà a settembre.