Alpauno

Processo ordinario ‘Cutrara’, slitta ancora sentenza. Rinvio al 23 luglio

Il collegio giudicante, per altri impegni, non sarebbe riuscito ad emettere la sentenza e quindi, per il processo d‘appello ‘Cutrara’, slitta ancora il verdetto. Una vicenda processuale, come tante altre in Italia, che non brilla certamente per celerità. Ieri l’ennesimo rinvio quindi a martedì 23 luglio. Prima della sentenza, però, sono preiste le arringhe dei difensori di Francesco Domingo, il principale imputato, gli avvocati Giusy Cataldo e Raffaele Bonsignore. Fra cambi di collegi giudicanti e altri impedimenti la sentenza, prevista alcuni mesi fa, continua a slittare. Tre gli imputati già condannati in primo grado nell’ambito del processo ordinario scaturito dall’operazione antimafia ‘Cutrara’. Francesco Domingo, detto Tempesta, e ritenuto il capomafia tornato ai vertici dopo diversi anni di carcere, Rosario Di Stefano e Salvatore Labita, tutti castellammaresi. La sentenza del dicembre del 2022 li aveva condannati, rispettivamente, a 24 anni, divenuti 30 in prosecuzione di altra pena; tre anni e un anno e dieci mesi. L’operazione ‘Cutrara’, messa a segno dai carabinieri, con numerosi arresti, il 17 giugno del 2020, ha portato già altre due sentenze, primo grado e appello, per gli imputatati che avevano scelto il rito abbreviato. Vennero assolti l’ex sindaco Nicola Rizzo, Salvatore Mercadante e Gaspare Maurizio Mulè. Tutte le altre pene vennero ridotte ad eccezione di quella a 4 anni e 6 mesi per il trapanese Francesco Virga. Sentenze che da qualche mese sono approdate in Cassazione.  Anche qui il comune di Castellammare del Golfo, per l’ennesima volta, si è costituito parte civile per l’ultimo grado di giudizio. Alla Suprema Corte hanno fatto ricorso coloro che vennero condannati in appello, oltre a Francesco Virga anche Camillo Domingo e Francesco Stabile (entrambi condannati a 8 anni), Antonino Sabella (7 anni) e Daniele La Sala (5 anni). L’indagine ‘Cutrara’, avviata dai carabinieri dopo la scarcerazione di Ciccio Tempesta, ha cercato di ricostruire l’organigramma della famiglia mafiosa castellammarese, nuovamente guidata dal boss appena uscito di cella.

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