Primo Maggio. La Festa del Lavoro ai tempi del Coronavirus

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La deposizione di una corona di fiori nel luogo simbolo: Portella della Ginestra, dove il Primo maggio del 1947 la banda di Salvatore Giuliano sparò contro la folla, che festeggiava la Festa del lavoro. Undici morti e numerosi feriti questo il bilancio di una strage che nasconde ancora tanta misteri. Stamane non la solita e partecipata Festa, ma solo in tre: il sindaco di Piana Degli Albanesi, un esponente sindacale, un rappresentante delle vittime della strage hanno deposto una corona di fiori. E nel tempo della straordinaria pandemia Covid 19, che ha messo in ginocchio l’intero pianeta, non si poteva fare diversamente. La Festa del Lavoro si celebra il Primo Maggio in tantissimi paesi, una giornata che ha un grande significato e una storia che affonda le proprie radici nel passato. Il Primo Maggio come festa dei lavoratori nasce con l’intento di ricordare l’impegno dei movimenti sindacali e gli obiettivi sociali ed economici raggiunti dai lavoratori dopo lunghe battaglie, e costituisce quindi non solo un giorno in cui riposarsi, ma anche in cui ricordare. La scelta del Primo Maggio ricorda la tragedia della rivolta di Haymarket, avvenuta a Chicago il Primo Maggio del 1886, che provocò morti e feriti, causati dagli attacchi della polizia, durante una protesta dove si reclamava la giornata lavorativa di otto ore. La festa del Primo Maggio divenne ufficiale in Europa a partire dal 1889, quando venne ratificata a Parigi dalla Seconda Internazionale, organizzazione che aveva lo scopo di coordinare i sindacati e i partiti operai e socialisti europei. Festa del lavoro che non c’è. Cosi si potrebbe sintetizzare da diversi anni, soprattutto in Sicilia, il significato di questa ricorrenza. La Sicilia detiene il triste primato della disoccupazione. Inoltre migliaia di giovani ogni hanno fanno le valigie per andare all’estero. Tra queste migliaia anche tantissimi laureati. Vere e proprie eccellenze che si affermano in quelle società dove vale la meritocrazia e non il clientelismo o la parentela con un politico come purtroppo succede in tutte le parti d’Italia dove giovani brillanti sono scalzati da anatre zoppe, che nella maggior parte dei casi non hanno la competenza per occupare da miracolati quel posto di lavoro. Ma la situazione del lavoro oggi è diventata ancora più drammatica a causa del coronavirus che ha paralizzato milioni di attività grandi e piccole. Il rischio grande è che l’esercito dei disoccupati è destinato ad aumentare notevolmente e le ultime ricerche prevedono in Italia oltre 10 milioni di poveri. Il coronavirus ha cambiato il mondo: oggi siamo tutti più poveri e lo saremo anche per il futuro prossimo venturo. Gli pseudo politici italiani e siciliani, oggi mancano statisti, la finiscano di litigare e dimostrino con senso di responsabilità e con uno scatto di orgoglio unità di intenti per potere lavorare in modo da superare questa fase storica che richiede sforzi, impegno e sacrifici considerato che i tempi saranno molto lunghi. Solo così avrà un senso il Primo Maggio 2020. E tornando in casa nostra ovvero ad Alcamo fino ad una trentina di anni fa Cgil, Cisl e Uil organizzavano cortei con trattori, comizio e concerti in piazza Ciullo mentre in un altro quartiere si svolgeva la Festa di San Giuseppe Lavoratore, che si sarebbe conclusa domani sera con la processione. Annullata, per i noti motivi, questa secolare tradizione così come è accaduto domenica scorsa per quella di San Francesco di Paola. Lo stesso accadrà per le altre feste parrocchiali. Speriamo di recuperare nel 2021 e nell’augurare buon Primo Maggio lanciamo l’appello alla prudenza. A rispettare le regole dettate dal governo per combattere questo infido e mortale virus che si chiama Covid 19.