Poggioreale-Maxi piantagione di droga in un magazzino: arrestati due fratelli

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Oltre 600 piante di canapa, un sistema di irrigazione e conservazione ad alta tecnologia ed un assorbimento di corrente elettrica alle stelle. Questo si sono ritrovati davanti agli occhi i carabinieri in un appezzamento di terreno alla periferia di Poggioreale: una vera e propria serra all’avanguardia per la coltivazione di un enorme quantitativo di droga. A finire in manette due fratelli, entrambi di Poggioreale: Antonino e Francesco Corte, rispettivamente di 47 e 43 anni, entrambi disoccupati e con qualche precedente alle spalle. Erano loro che curavano, secondo quanto appurato dai militari dell’Arma della Compagnia di Castelvetrano guidata dal maresciallo Giovanni Ferraro, questa enorme piantagione all’interno di un magazzino in un fondo agricolo. All’interno i carabinieri hanno trovato 651 piante di “canapa indica” coltivate in una “maxi-serra” attrezzata a regola d’arte con tutto l’occorrente per la ventilazione, riscaldamento ed illuminazione delle stesse piante. I fratelli avevano oltretutto predisposto ogni cautela utile per evitare che dall’esterno si potessero notare le luci abbaglianti che erano state installate perchè necessarie per la coltivazione. Inoltre è stato rinvenuto vario materiale idoneo al confezionamento ed al taglio degli stupefacenti e non solo: anche un fucile a canne mozze calibro 12, con matricola abrasa, in buono stato d’uso e conservazione e anche 8 cartucce. Durante l’attività di ispezione dei luoghi i carabinieri accertavano, con personale dell’Enel, che l’energia elettrica che serviva al magazzino per alimentare la serra, pari a ben 50 chilowatt/ora, veniva sottratta in maniera fraudolenta: ad essere rinvenuti diversi allacci abusivi alla rete elettrica pubblica con l’utilizzo di più cavi portanti e ben 54 trasformatori. Tutto è stato sottoposto a sequestro. Antonino e Francesco Corte sono stati arrestati per l’attività di produzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, per la detenzione illegale di arma clandestina e per il furto aggravato di corrente elettrica. I due ora sono rinchiusi nel carcere di Sciacca in attesa del giudizio direttissimo.