Percosse, violenza e minacce di morte. Assolto pastore tunisino residente ad Alcamo

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I fatti risalgono al gennaio del 2017 quando un proprietario terriero alcamese denunciò un pastore dopo un acceso diverbio causato dallo sconfinamento del gregge in un suo appezzamento in cui esistevano numerose coltivazioni. Il pastore Ben Said Abdallah, un tunisino di 64 anni, regolarmente ad Alcamo da alcuni decenni, è stato adesso assolto dal giudice monocratico del tribunale di Trapani, Patrizia Satariano, dalle accise di percosse e violenza privata anche con minacce di morte perpetrate con l’uso di un bastone e di una pietra.

La denuncia della parte offesa raccontava così i fatti accaduto quel giorno ed era volta accusare il pastore di origini nordafricane, residente ad Alcamo da oltre 40 anni, di avere aggredito con violenza e minacce il proprietario, all’interno del suo terreno, costringendolo a scapare perché impaurito. Il racconto di G.R. recepito dalla pubblica accusa ha lasciato però un ragionevole dubbio e così il sessantaquattrenne è stato assolto, proprio ieri, dal giudice monocratico. Il difensore del pastore, l’alcamese Mary Mollica, è riuscita a minare le basi della credibilità del denunciante insinuando dubbi sull’attendibilità della versione dei fatti.

La diatriba nacque nel gennaio del 2017 durante il pascolo delle pecore accudite da Abdallah che avrebbero sconfinato sul terreno della parte offesa cagionando anche dani alle colture. Tutto ciò, secondo l’avvocato Mollica e ora anche secondo la sentenza, senza alcuna minaccia e senza aggressione da parte dell’imputato. Così il giudice Satariano ha assolto con formula piena Ben Said Abdallh, pastore tunisino ma alcamese d’adozione, per non avere commesso il fatto e quindi il reato contestato.