Pensioni “allegre”, 28 dinanzi al Gup. Fra i quattro alcamesei anche un ex-assessore del 2014

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da sinistra Giovanni Lo Sciuto e Saro Orlando

Ci sono anche quattro alcamesi, fra cui anche un ex-assessore in carica nel 2014, fra le 28 persone, accusate di avere elargito “allegramente” pensioni di invalidità, che saranno al centro dell’udienza preliminare fissata a novembre dinanzi al Gup di Trapani, Samuele Corso. Si tratta di membri delle commissioni dell’INPS di Trapani, medici e assistenti sociali. Sono tutti accusati di falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Gli alcamesi coinvolti sono il medico Saro Orlando, 69 anni, per decenni alla guida della commissione provinciale dell’INPS e poi conuslente dello stesso istituto, ritenuto dagli inquirenti il “fulcro” del presunto malaffare. Orlando è stato anche consigliere comunale democristiano negli anni ’80.

Con Orlando andranno dinanzi al Gup anche Giuseppe Francesco Simone, 73 anni, radiologo, assessore nel 2014 nella giunta Bonventre; l’assistente sociale Giovanna Ivana Di Liberto, 34 anni, compagna del figlio di Saro Orlando, e lo psicologo quarantacinquenne, Alessio Cammisa, 45 anni. Stessa sorte anche per il medico castellammarese dell’INPS, Alberto Adragna, 64 anni.

Dalle indagini, scaturite come prosecuzione dell’operazione “Artemisia” che aveva visto al centro dell’inchiesta il medico ed ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, castelvetranese, è emerso un patto corruttivo all’interno degli uffici dell’Inps e delle commissioni provinciali di Trapani grazie al quale si dispensavano false invalidità in cambi di vari favori e regali. Il pm Urbani ha quindi formulato la richiesta di rinvio a giudizio per tutti i componenti dellla comissione provinciale medica INPS del 2018.

Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio l’ex deputato Lo Sciuto il perno dell’organizzazione e capace di tessere un vero e proprio patto corruttivo con alcuni funzionari dell’Inps, con in testa l’alcamese Saro Orlando, per il rilascio di pensioni e invalidità non dovute. Grazie proprio alle pensioni “allegre”, il politico castelvetranese si garantiva l’ampliamento della base di voti per le varie tornate elettorali. I controlli incorciati e documentali hanno permesso di appurare che in più di 160 casi le commissioni che concedevano l’invalidità o l’accertamento dell’handicap non erano composte secondo quanto previsto dalla legge e non eseguivano i dovuti accertamenti sugli aspiranti beneficiari. Tuttavia i componenti apponevano la loro firma ad accertamenti medico-legali mai svolti.

Indagati le marsalesi Elisa Vegna e Rosalba Caizza, Francesca Pellegrino di Paceco, i castelvetranes Gaetano Salerno e Antonietta Barresi, Patrizia Todaro di Carini, Agostino Tomasello di Santa Flavia (PA), l’ex consigliere comunale e provinciale democristiano Mario Sugamiele, Pietro e Sebastiano Genna di Erice, Pietro Alfano di Cinisi e i palermitani Antonio Di Giorgio, Tommaso Savì, Joseph Dispensa, Giuseppe Badalamenti, Pasquale Petruzzo, Simona Gioè, Giovanni Di Peri, Viviana Cutaia, Viviana Catania, Maria Boatta e Gaetana D’Agostino