Territorio al setaccio a “caccia” di randagi. Tutti saranno accalappiati, sterilizzati e microchippati. I cani più pericolosi, e quindi difficili da catturare, saranno bloccati con cartucce anestetizzanti. Questo il compito di un’apposita squadra composta da tecnici del Comune e dell’Asp di Palermo, costituita in questi giorni con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del randagismo, diventato un problema davvero dilagante e soprattutto pericoloso per l’incolumità dei cittadini. Già la squadra ha avviato il suo lavoro di ricognizione del territorio con un primo intervento interforze: la task force ha avuto come prima tappa la vasta zona periferica di contra Mirto dove nei giorni scorsi un ragazzino ha rischiato di essere assalito da un branco di cani, salvato solo in extremis dalla prontezza di riflessi del padre. Qui la squadra di operai del Comune e dell’ufficio Veterinaria di Partinico dell’Asp 6 hanno accalappiato 5 cani. Saranno ora sottoposti al trattamento di sterilizzazione e microchippatura, quindi verranno rilasciati come prevede la normativa vigente. La squadra speciale antirandagismo ha anche rispolverato un vecchio arnese di proprietà del Comune, praticamente quasi mai utilizzato si tratta di una cerbottana. Caricata con un’apposita cartuccia intrisa di anestetizzante, è in grado di colpire l’animale a distanza e farlo assopire. In questo modo si possono catturare anche i cani più pericolosi. La decisione di muoversi in questa direzione scaturisce dall’ultimo eclatante caso che ha costretto una famiglia nella zona di Mirto a barricarsi in casa perché assalita davanti la porta da un branco di cani. Solo l’intervento dei vigili urbani e dell’assessorato comunale alla Sanità ha fatto tornare la situazione alla normalità, con l’allontanamento dei cani. In città oramai il fenomeno del randagismo ha assunto proporzioni dilaganti. Appena qualche settimana fa un giovane fu aggredito in via Ninni Cassarà, con tanto di morso di cane e ricovero in ospedale. Negli ultimi anni sono oltre una decina i casi, più o meno gravi, di aggressioni di randagi. Il più grave sicuramente nel 2010 quando ad essere assalito fu un bimbo di due anni che si trovava seduto su un carrello della spesa appena fuori un supermercato in compagnia dei genitori. Il piccolo, dopo che un randagio gli saltò addosso, dovette fare ricorso ad un’operazione maxillo-facciale a Palermo per le gravi ferite riportate in viso. Ma ci furono anche diversi ciclisti, motociclisti ed anche pedoni finiti in ospedale per l’aggressione di alcuni cani randagi, in tutti i casi denunciati alle forze dell’ordine ed al Comune. Episodi che fanno il paio con una catena altrettanto numerosi di casi di avvelenamento di cani. Soltanto negli ultimi mesi in città sono stati sei i cani ritrovati senza vita con chiari segni di avvelenamento, tutti denunciati al Comune ed alle forze dell’ordine. Evidentemente qualcuno, impaurito, vuole in questo modo farsi giustizia da solo. Intanto resta ancora al palo il completamento del canile comunale, i cui lavori sono in fase di chiusura ma bloccati a causa di problemi di carattere economico-burocratico. Una struttura che non è certamente la panacea di tutti i mali ma che potrebbe attutire il fenomeno.
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