Partinico: diga Jato, costituito un comitato

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Acqua che non arriva in numerosi lotti, agricoltori morosi che non hanno prenotato le quote idriche. La nuova stagione di erogazione idrica per le campagna del partinicese presenta i soliti e vecchi problemi. Come un cane che si morde la coda non si trova la soluzione a questa situazione di stallo che si ripete di anno in anno. Da una parte gli agricoltori che chiedono l’acqua per irrigare, dall’altra il Consorzio di Bonifica Palermo 2 (ente gestore della distribuzione dell’acqua della diga Jato) che prima chiede agli utenti di pagare quanto dovuto per dare il servizio. L’assessorato regionale all’Agricoltura stima che nel partinicese vi siano almeno il 60 per cento di utenti morosi, cioè che non hanno pagato negli anni pregressi la loro quota di acqua. Quest’anno invece ad avere regolarizzato sono stati appena il 10 per cento degli stessi utenti, molti però sono stoppati: secondo quanto stabilito dal Consorzio e dalla Regione chi prenota per la campagna irrigua del 2013 deve prima regolarizzare la sua posizione. Il problema è che però gli agricoltori non si fidano dell’efficienza del servizio di erogazione a causa della continue perdite che si registrano nella rete: all’incirca il 35-40 per cento dei 7 mila ettari di territorio da irrigare non sarebbero serviti dall’acqua a causa proprio della fatiscenza delle condutture. In tutto questo marasma nasce l’idea di costituire un comitato, presentato al Comune di Trappeto, composto da istituzioni, sindacati e agricoltori, tra tutti i Comuni di Partinico, Trappeto e Balestrate, per far sentire il proprio dissenso rispetto ad un problema che investe uno dei settori trainanti dell’economia partinicese. Il comitato rimpiange in qualche modo la vecchia gestione delle acque della diga che era sino a 6 anni fa in mano alla Cooperativa irrigua Jato, prima di passare il testimone al Consorzio di bonifica. I problemi sono quindi sostanzialmente di tipo strutturale. Le condotte non reggono e una volta in pressione spesso si sfondano non riuscendo più a raggiungere le campagne da irrigare. Colpa della fatiscenza di una rete vecchia di una quarantina d’anni e che avrebbe bisogno oramai di una radicale sostituzione