Partinico-Caso Maniaci, Procura chiede rinvio a giudizio per estorsione

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Come ampiamente prevedibile la Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di Pino Maniaci (nella foto) il giornalista di Partinico factotum di Telejato, accusato di estorsione nei confronti di un ex assessore di Borgetto e degli attuali sindaci di Partinico e Borgetto. oggi Maniaci è a piede libero dopo che per ben due volte gli è stato imposto l’obbligo di dimora al di fuori delle province di Trapani e Palermo: una prima volta per un vizio di forma era riuscito a tornare, poi gli è stato annullato il provvedimento del tribunale del Riesame che nel frattempo lo aveva nuovamente allontanato. Tutto ruota attorno alle indagini dei carabinieri, confutate anche da intercettazioni telefoniche e ambientali, in cui si sente e si vede Pino Maniaci parlare della sua condotta aggressiva con l’amante, alla quale racconta che al Comune di Partinico comanda lui e che il sindaco gli avrebbe dato i soldi che ogni volta gli chiedeva. Nel caso del sindaco di Borgetto viene filmato invece proprio mentre il primo cittadino gli consegna del denaro e dice: “Così togliamo un pò di merda”. Espressione che confermerebbe che i soldi venivano dati per evitare che Maniaci attaccasse il governo cittadino borgettano anche se il giornalista ha sostenuto di non aver sentito quelle parole. Ma ci sono poi altri gravissimi episodi documentati dalla Procura a cominciare dalle pressioni fatte al sindaco e a qualche assessore di Partinico per alterare la graduatoria del servizio civico dove si posizionò guarda caso utilmente proprio la sua amante. Amante che poi sarebbe stata pagata in nero dal sindaco, come da lui stesso ammesso, e anche da diversi altri esponenti di maggioranza, per effettuare le pulizie all’interno della stanza di rappresentanza del primo cittadino. L’unico episodio estorsivo contestato ai danni dell’ex assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi riguarda invece il tentativo di acquisto di 2 mila euro di magliette con il logo dell’emittente e il pagamento di alcuni mesi per l’affitto di un locale a Borgetto per conto sempre di Maniaci. Oggi il giornalista, che si è sempre professato innocente sostenendo la tesi addirittura del complotto da parte della Procura per le sue inchieste nei confronti del tribunale delle misure di sorveglianza del capoluogo siciliano, ha commentato la notizia della richiesta del rinvio a giudizio. “Dico di più – ha dichiarato -, sono io che chiedo di essere processato”. In questo modo Maniaci sostiene di volere dimostrare nel corso del dibattimento la sua innocenza.