Partinico: alunni disabili, vinto ricorso al Tar

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Un insegnante di sostegno per ogni bambino disabile nelle scuole. Il Tar di Palermo torna sull’argomento della carenza di docenti di sostegno nelle scuole dell’obbligo, dopo l’ennesimo ricorso presentato da diverse famiglie del comprensorio partinicese, confermando che negli organici deve essere rispettato il rapporto di un docente ogni bambino disabile. Ma c’è una svolta nelle ultime sei sentenze emesse dal tribunale amministrativo presentate da altrettante famiglie di Partinico, Borgetto e Montelepre: a loro è stato riconosciuto un indennizzo di mille euro per ogni mese di ritardo nell’attivazione dell’insegnante di sostegno in via esclusiva. Inoltre, sempre i giudici amministrativi, hanno disposto che tale trattamento dovrà essere garantito anche negli anni scolastici prossimi. Si rafforza quindi sempre di più, anche per i tribunali, il diritto dell’assistenza alle famiglie con portatori di handicap. Nello specifico i ricorsi sono stati presentati da quattro famiglie di Partinico, una di Borgetto ed un’altra di Montelepre. Ad essere chiamati in giudizio i dirigenti scolastici dell’istituto comprensivo “Ninni Cassarà” e del “Capitano Polizzi” di Partinico, e dell’istituto comprensivo “Manzoni” di Montelepre, oltre che il ministero della Pubblica istruzione. Il Tar ha accolto favorevolmente il ricorso delle famiglie sostenendo che le scuole devono assicurare la presenza di un insegnate di sostegno per ogni bambino disabile, a garanzia dell’efficienza del servizio, per l’intero monte ore che, tradotto per le scuole primarie, è di 22 ore settimanali. “La domanda di accertamento dell’illegittima condotta – si legge nelle sentenze del tribunale amministrativo – deve essere accolta, con conseguente riconoscimento del diritto dei minori ad essere assistito, durante le ore di frequenza scolastica, da un insegnante di sostegno secondo il rapporto di 1/1, con ogni obbligo all’amministrazione scolastica”. La grande novità di queste ultime sentenze è addirittura il “riconoscimento del danno non patrimoniale”: “In questo modo – afferma l’avvocato Antonio Scianna, che ha assistito nel ricorso le sei famiglie – viene a mutare anche il precedente indirizzo giurisprudenziale”. “Ne deriva la fondatezza del disagio – si legge sempre nella sentenza del tribunale – e il conseguente riconoscimento all’insegnante di sostegno secondo il rapporto 1/1 con condanna dell’amministrazione a garantire il servizio. Da qui deriva anche la fondatezza della domanda di risarcimento del danno non patrimoniale, e può essere quantificato, in via equitativa, a ciascun minore in mille euro per ogni mese in mille euro, con decorrenza dalla data del ricorso e sino all’effettiva assegnazione”. Spese che il Tar ha addebitato a carico del ministero a cui costerà caro questa mancata assegnazione degli insegnanti di sostegno. Infatti oltre al danno da pagare, per ogni sentenza il ministero dovrà rifondere 2 mila euro quali spese di giudizio. “Ora il ministero – precisa il legale – dovrà inviare sul territorio gli insegnanti di sostegno necessari per arrivare a soddisfare il rapporto 1 a 1. Entro 15 giorni dovrà ottemperare alla sentenza”.

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