Parità di genere e occupazione femminile. Cgil, Cisl e Uil scrivono a Musumeci

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In vista dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, Cgil Cisl e Uil chiedono una strategia della Regione per la parità di genere e il superamento dei pesanti gap che vedono le donne siciliane fanalino di coda nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione di appena il 29,3%. “La strategia nazionale per la parità di genere – hanno detto le rappresentanti dei tre sindacati, Elvira Morana (Cgil), Rosanna Laplaca (Cisl) e Vilma Maria Costa (Uil) – può risultare insufficiente di fronte a una situazione di eccezionale gravità”. “Va dunque riadattata – è scritto nel documento che i sindacati hanno inviato al presidente della Regione – con l’apporto sinergico delle istituzioni, della consigliera di parità, dei sindacati, realizzando una strategia regionale per la parità di genere 2021-2026”.

Uno dei punti chiave della strategia, per Cgil Cisl e Uil deve essere un‘agenda per la parità di genere che fissi le coordinate delle scelte del bilancio regionale, della pianificazione dei fondi del Pnrr coordinati con tutte le risorse Ue, per lo sviluppo e il benessere della comunità, la parità e l’inclusione. I sindacati sollecitano anche, per la Sicilia, un “piano straordinario per l’occupazione femminile”. Inoltre, la creazione di un Osservatorio per “il monitoraggio ex ante ed ex post delle misure e un bilancio regionale di genere”.

Cgil Cisl e Uil hanno messo a confronto i dati delle città metropolitane di Milano e Palermo. E’ emerso che le donne della fascia d’età 15-64 anni inattive, a Palermo sono il 65% della popolazione femminile mentre a Milano sono il 31,8%. “La crescita dell’occupazione femminile – secondo le sindacaliste siciliane – è anche ostacolata dalle insufficienze del welfare, con il carico dei lavori di cura che grava sulle donne, tanto che ben il 33% della popolazione femminile abbandona il lavoro dopo la nascita del primo figlio. “Perché la situazione cambi – hanno osservato i sindacati – il Parlamento regionale deve anche adeguare il sistema elettorale con la previsione della doppia preferenza di genere prevista peraltro dalla strategia nazionale”.