Che il bando non fosse particolarmente interessante e che per dare una mezza sistemazione all’area servivano decine e decina di migliaia di euro, lo avevamo detto. Nessuna associazione ambientalista ha infatti partecipato al bando per assegnare, in convenzione, il parco sub-urbano che sorge ad Alcamo al di sotto dei bastioni di piazza Bagolino. L’avviso prevedeva la possibilità di realizzare, sempre nel rispetto del verde pubblico e delle norme che lo tutelano, attività commerciali di somministrazione: insomma anche ristornati, pub o bar.
Ipotesi, pure questa, che ha provocato un altro buco nell’acqua: nessun imprenditore e nessun commerciante hanno partecipato al bando. Insomma l’avviso diramato dalla giunta Surdi ha ottenuto soltanto una partecipazione, quella di un privato. Il cittadino, però, non ha presentato alcuna proposta di impiego nè tanto meno alcun progetto. Gli uffici e l’assessore Alberto Donato devono ancora incontrare l’unico partecipante al bando per provare a capire quali siano le sue proposte.
Purtroppo potremmo essere di fronte all’ennesima perdita di tempo. D’altro canto, nel silenzio generale di quasi tutti gli ambientalisti, il parco sub-urbano di Alcamo è chiuso da oltre tre anni, esattamente dal novembre del 2019. Il nuovo bando, dopo che era scaduta la convenzione con l’associazione ‘Laurus’, venne pubblicato soltanto nel novembre scorso, esattamente dopo tre anni. A passo di lumaca anche le procedure successive.
I termini per la presentazione delle offerte andarono in scadenza il primo di dicembre e tutt’oggi, dopo quasi altri due mesi, non si conoscono ancora le potenzialità e le reali proposte dell’unico partecipante. Il bando, che prevede un contributo per il primo anno di 10.000 euro, oltre che da noi era stato pure aspramente criticato dal vecchio gestore, la ‘Laurus Cultura e Ambiente’.
L’avviso, così come emanato, ha escluso di fatto le associazioni, che certamente non possono permettersi di eseguire la manutenzione straordinaria (il parco, i camminanti, gli accessi, gli immobili sono praticamente distrutti) – aveva scritto la Laurus – e una polizza assicurativa per danni a terzi.
La stessa associazione, già nella stessa relazione redatta nel 2019, in vista della scadenza della concessione, aveva segnalato tantissime criticità (accessi e percorsi disabili inesistenti, accesso mezzi di soccorso impraticabile, assenza di impianti (elettrico e idrico) mancanza di illuminazione e della videosorveglianza. Insomma chi dovesse prendere in gestione il parco sub-urbano dovrà sborsare circa 100.000 euro. Bisognerà proprio se l’unico partecipante al bando ha previsto tali uscite.