Operazione ‘Scialandro’, arrivano le prime condanne per oltre 70 anni di carcere

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È stata pronunciata la sentenza al termine del processo con rito abbreviato dinanzi al gup del Tribunale di Palermo, dove erano imputati alcuni degli indagati coinvolti nell’operazione antimafia Scialandro, scaturita dall’operazione congiunta di Dia, polizia e carabinieri che nell’ottobre 2023 portò ad arresti e avvisi di garanzia, fra Paceco, Custonaci, Valderice e Trapani, per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Il Comune di Custonaci è stato l’unica amministrazione ammessa come parte civile. Le indagini hanno riguardato questo territorio, dove Cosa nostra avrebbe  costituito la propria organizzazione. Tra i condannati Giuseppe Costa, inflitti 4 anni e 10 mesi,  che aveva partecipato al sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, poi ucciso per vendetta contro il padre, tra i più importanti collaboratori di giustizia nel far sgominare il clan corleonese.

Queste le altre condanne, per oltre 70 anni di carcere: Gaetano Barone di Valderice, 7 anni e 4 mesi, Santo Costa, 7 anni e 4 mesi, Luigi Grispo di Erice, 4 anni e 4 mesi, l’ex vice-sindaco di Custonaci, Andrea Internicola, 2 anni, il custonacese Paolo Magro, 8 anni, Giuseppe Maltese e Vito Manzo, 8 anni, e Roberto Melita, 8 anni e 4mesi. L’indagine ha evidenziato come l’organizzazione mafiosa avesse tentato di riorganizzarsi e consolidare il proprio potere economico e sociale, attraverso estorsioni e intestazioni fittizie di beni, anche con la presunta complicità di rappresentanti istituzionali.

Tra i condannati figura l’ex vice-sindaco di Custonaci, Carlo Guarano, che ha ricevuto una pena di 8 anni e 4 mesi. La sua condanna sottolinea il presunto coinvolgimento di esponenti della politica locale nelle dinamiche mafiose, aggravando ulteriormente il quadro emerso dall’operazione. All’epoca dei fatti erano 31 le persone coinvolte e chiamate a rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni.