“Cutrara”, sindaco indagato per fatti del settembre scorso. Avrebbe agevolato attività riferibili a ‘Tempesta’

0
59

Assisitito dagli avvocati Giacomo Frazzitta e roberta Tranchida, il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, è stato interrogato nella tarda mattinata di oggi dai pm della procura di Palermo che hanno corrdinato le indagini dell’operazione “Cutrara” che, messa a segno dai carabinieri, ha portato all’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare. Una lunga serie di estorsioni, intimidazioni, traffici illeciti ed affari con la mafia statunitense che aveva al centro Francesco Domingo, reggente della famiglia mafiosa castellammarese.

I fatti contestati al primo cittadino di Castellammare riguardano prorprio l’avere agevolato attività riferibili a “Ciccio Tempesta”, questo il soprannome del boss utilizzato anche come denominazione di un’altra vasta operazione antimafia messa a segno, nel 2004, dalla polizia nella cittadina marinara. Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa riguarderebbe qualcosa avvenita nel settembre del 2019. Un fatto molto più recente di quelli contenuti nelle 416 pagine dell’ordinanzia “Cutrara” e tutti risalenti ad un periodo fra 2016 e fine 2017.

Al termine dell’interrogatorio il sindaco Rizzo e i suoi avvocati hanno dichiarati di essere sereni, fiducisoi nella magistratura e certi che tutto possa chiarirsi favorevolmente nel giro di poco tempo. Intanto i carabinieri hanno avviato ricerche nei terreni e nei casolari riconducibili a Francesco Domingo ed agli altri indagati. Armi sono state recuperate in contrada Gagliardetta, proprio nei
terreni di ‘Tempesta’. Altre forze armate, unità cinofile, vigili del fuoco e un escavatore hanno consentito di rinvenire quelle stesse armi citate da Domingo in alcune intercettazioni e dissotterate, tempo fa, da una ruspa per un errore. In un tubo in pvc, interrato sotto un cumulo di pietre, sono stati rinvenute due doppiette cal.12, 26 cartucce calibro 12 di varie marche e diametro di pallini e 10 proiettili calibro 38 mentre sotto un secondo cumulo di pietre, era nascosto un barattolo in vetro con altri 3 proiettili calibro 12. Su quanto ritrovato sono state avviate le analisi balistiche
per appurare se e quando le armi abbiano sparato.

L’operazione Cutrara aveva portato ieri all’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare per altrettanti soggetti, tutti castellammaresi tranne un marsalese, per associazione di tipo
mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro. Tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Le indagini hanno portato anche a 11 denunce a piede libero e ad altri numerosi indagati. Fra questi ultimi anche il sindaco Nicola Rizzo, avvisato per concorso esterno in associazione mafiosa, che questa mattina, in Porcura a palermo, ha spiegato la sua posizione.

Fra le tante dichiarazioni e prese di posizione della politica sull’operazione antimafia nella cittadina del Golfo, particolare significato assume quella del gruppo Castellammare 2.0 che rappresenta l’opposizione consiliare all’amministrazione comunale. “In questo momento così delicato per il futuro della nostra città, interpretiamo tutto il disagio dei nostri concittadini toccati ancora una volta da sospetti pregiudizievoli per il nostro futuro. Vogliamo esprimere tutta la nostra la nostra fiducia nei confronti della magistratura ma anche del Sindaco – conclude il gruppo di opposizione – che saprà chiarire, da subito, ogni dubbio e sospetto che, siamo certi, non gli appartengono e che in questo momento fanno male a lui ed anche alla città”.