Omicidio Rostagno, dopo 32 anni resta il mistero. Chi ha premuto il grilletto?

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Confermata anche in Cassazione, ultimo grado di giudizio, la condanna all’ergastolo per Vincenzo Virga, il boss di Trapani ritenuto il mandante dell’omicidio del sociologo e giornalista dell’emettente televisiva RTC, Mauro Rostagno, avvenuta 32 anni fa nelle campagne di Lenzi, in territorio di Valderice. La Suprema Corte ha invece respinto il ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione in
appello per il presunto killer Vito Mazzara nonostante il PG della stessa Cassazione avesse proposto l’annullamento del proscioglimento di Mazzara.

In primo grado sia Virga che Mazzara erano stati condannati all’ergastolo. La sentenza d’appello era stata invece pronunciata, a Palermo, nel febbraio del 2018, a quasi un trentennio da quel tragico 26 settembre del 1988. Adesso, dopo 32 anni, si pone fine alla vicenda giudiziaria anche se ancora restano i misteri su chi, materialmente, abbia messo a segno l’agguato e premuto il grilletto.

“E’ un omicidio estremamente complesso – ha detto il pm Nico Gozzo all’Adnkronos – e soprattutto in cui hanno agito una serie di interessi ulteriori che sono stati riconosciuti dalla sentenza di primo grado e che non sono stati negati dalla sentenza di secondo grado. Ci riteniamo soddisfatti – ha aggiunto il magistrato – perché è stata confermata la sentenza di ergastolo per Vincenzo Virga ma soprattutto perché l’associazione mafiosa è stata riconosciuta
responsabile dell’omicidio tramite il suo boss trapanese”.

Del mancato riconoscimento degli esecutori materiali dell’omicidio si è invece rammaricato l’avvocato Fausto Maria Amato, legale di Elisabetta Roveri e Maddalena Rostagno, compagna e figlia di Mauro. Amarezza è stata anche espressa dalla sorella del giornalista ucciso dalla mafia, Carla Rostagno, che ha sottolineato come nelle indagini e nella vicenda processuale si sia perduto del tempo prezioso, e il tempo che si perde è sempre a vantaggio degli assassini. “Per cui –
ha detto – sono spariti dei reperti, sono state cancellate delle intercettazioni telefoniche, ci sono stati moltissimi depistaggi e mancanza di attenzione”. La sorella di Mauro Rostagno è stata sempre convinta che dietro l’omicidio del fratello non ci fosse solo la mafia.