Oggi l’addio ufficiale alle Province

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“Una riforma storica”, l’ha definitagovernatore Rosario Crocetta, secondo cui “l’abolizione delle Province è la prima tappa di una rivoluzione importante che deve riguardare la Sicilia”. Crocetta ha accolto il voto d`aula con un applauso. La regione è la prima in Italia ad abolire le Province. È stato approvato ieri dall`Assemblea regionale, a larga maggioranza, il maxi-emendamento, a firma dei capigruppo del Pd, Udc e Lista Crocetta, che cancella le elezioni e sostituisce i nove enti con liberi consorzi di Comuni, come prevede lo statuto speciale, i cui componenti non saranno più eletti ma indicati dalle amministrazioni, con la cosiddetta elezione di secondo livello. Oggi l’ultimo atto con il voto finale del parlamento regionale. La riforma prevede che entro il prossimo 31 dicembre il Parlamento approviuna nuova legge per regolamentare i liberi consorzi, prevedendo fin da ora però l`elezione di secondo livello dei componenti. Il governo Crocetta ha calcolato che con l`abolizione degli enti provinciali si avrà un risparmio di circa 50 milioni di euro.

A favore della riforma hanno votato anche i deputati del movimento 5 stelle che parlano di vittoria del `modello Sicilia`, rilanciando dunque l`alleanza, non formale ma sui contenuti, che piace tanto al loro leader Beppe Grillo. “L`abolizione delle Province era un punto del nostro programma, abbiamo rispettato l`impegno preso con i cittadini, dice il capogruppo dei grillini all`Ars, Giancarlo Cancelleri. Contrario all`abolizione delle Province, il Pdl che puntava sul mantenimento degli enti e la riduzione dei costi. Per il deputato pidiellino, Salvino Caputo, “l`eliminazione delle Province regionali creerà situazioni di vuoto giuridico ed amministrativo con la conseguente paralisi di servizi importanti e il nascere di costosi contenziosi”. Per Giovanni Lo Sciuto del Partito dei Siciliani-Mpa si va, inesorabilmente verso un buco di bilancio, perché “la legge che abolisce le Province rischia di creare gravi danni finanziari per il sistema di riscossione dei tributi locali”. “In assenza di una riforma costituzionale – dice LoSciuto – ci troviamo davanti alla paradossale situazione di tributi locali incassati dallo Stato, come l’Rc auto e la trascrizione dell’imposta di acquisto autoveicoli, che rappresentano il 50 per cento del bilancio provinciale. Crocetta spieghi dove prenderà questi fondi, circa 300 milioni di euro per le 9 province siciliane. Poiché il 95 per cento del bilancio provinciale è dato da spese correnti e obbligatorie dovute, non i fa altro che aggravare le già malconce risorse regionali o dei Comuni”. Di “svolta per la Sicilia e per il Paese” parlano Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo, rispettivamente presidente del gruppo PD all’Ars e segretario regionale del PD “ una riforma – dicono- che parte da qui e porta la nostra isola ad essere un punto di riferimento a livello nazionale per modernità e innovazione istituzionale”. Soddisfatto anche il segretario regionale dell`Udc, Gianpiero D`Alia: “La riforma era nel nostro programma”. Mentre per il presidente dell`Ars, Giovanni Ardizzone (Udc), “il Parlamento siciliano ha dato un bel messaggio al Paese”. Il senatore del Movimento ‘Il Megafono’, Giuseppe Lumia, ha commentato: “Con l’abolizione delle province la Sicilia dimostra di fare sul serio. Non c’è più spazio per le parole, il governo Crocetta e la sua maggioranza hanno avuto il coraggio di eliminare un Ente poco produttivo e molto costoso. Adesso la Sicilia, da sempre considerata Regione di sprechi e clientelismo, diventa un modello da seguire per tutto il Paese”.