Meno fortunato ma ugualmente talentuoso. Damiano Ferrara, il “Mannella dei poveri”

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ai lati Damiano Ferrara, in mezzo Ciccio Mannella

Tante cose in comune, anche le sembianze fisiche: anno di nascita, centimetri (pochi per il basket), gambe esplosive, in grado di fare ammattire le difese, estro e genialità, assistant-men, capaci di giochi di prestigio con il pallone tra le mani. Talvolta hanno anche giocato assieme in amichevoli o tornei all’aperto; qualche altra volta, incontrandoli per strada, li hanno scambiato l’uno per l’altro.

Entrambi sono nati nel 1960. Uno il 15 aprile, Ciccio Mannella, toscano ma divenuto idolo dei tifosi a Trapani, è stato molto più fortunato e anche adesso, dopo oltre 25 anni dal suo ritiro, è in finale per vincere il contest della LNP e diventare la “Leggenda delle Leggende”. L’altro, nato il 30 maggio dello stesso anno, Damiano Ferrara (si potrebbe definire il “Mannella dei poveri”), non ha avuto la possibilità di lasciare l’Olimpia Alcamo e di andare in squadre che, negli anni ’80, lo avevano richiesto in serie C, la terza serie nazionale.

Di Mannella sappiamo tutto e in questi giorni testate giornalistiche e social stanno narrando le sue gesta cestistiche e la sua simpatia. Di Ferrara si sa poco ma anche come simpatia e allegria somiglia molto al “toscanaccio” di San Giovanni Valdarno. Più chiaro il primo, di carnagione più scura il secondo. Tutti e due erano in grado di far innamorare del basket gli spettatori che li vedevano in azione.

Delle analogie fra i due abbiamo già detto, ma c’erano anche sostanziali differenze. La bandiera della Pallacanestro Trapani, allenato da fior di tecnici e da preparatori atletici, aveva potenziato notevolmente le sue gambe e aveva imparato a fare anche da metronomo: un playmaker a tutti gli effetti. L’alcamese era invece un incredibile guastatore e un eccezionale finalizzatore. Damiano Ferrara, nel suo primo campionato di serie D (stagione 1979/80) con l’Olimpia fu il migliore realizzatore di tutta la Sicilia. Primi posti nella classifica cannonieri anche nel torneo 1981/82 e fino al 1984.

Senza potenziamento in palestra, Damiano Ferrara riusciva a salire fino al “secondo piano” ed a mettere la palla in cesto sotto il naso dei pivot più quotati della pallacanestro siciliana. L’alcamese lasciò l’Olimpia Alcamo e la serie D nel 1984 per poi riprendere a giochicchiare, in età avanzata, in promozione dove, a più di 40 anni, continuava a realizzare 30 punti a partita. Nascere e vivere ad Alcamo e i dirigenti di un tempo che quasi mai liberavano i propri tesserati, chissà, forse gli hanno tolto qualche possibilità di carriera. Ferrara non aveva i centimetri? Che importa, neanche Mannella li aveva eppure è stato in grado di far ammattire gran parte dei play del massimo campionato.

Adesso il contest “Leggende” è un’altra storia e da domenica e fino a martedì tutti gli appassionati dovranno votare sui canali LNP (facebook e instagram) per Ciccio Mannella che dovrà vedersela, in finale, con Pino Corvo, bandiera dello Scafati Basket. Anche Damiano Ferrara, il “Mannella dei poveri”, non potrà fare altro che votare per la leggenda del basket granata. In questa maniera la Sicilia potrà fregiarsi di avere la “Leggenda delle Leggende”