Il “grande affare” del complesso turistico Herons’s Bay di Marsala spunta in un’altra indagine, quella della Procura europea sulla maxi evasione Iva che ha coinvolto anche le procure di Milano e di Palermo. Scoperte fatture false in una prima inchiesta per un miliardo e trecento milioni e sequestrati invece adesso beni per 520 milioni di euro. Il resort marsalese, secondo la Direzione distrettuale antimafia ospitava il boss del mandamento palermitano di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso che ha fatto fortuna all’estero, dal Brasile a Singapore, soprattutto nel settore immobiliare. Fra gli investimenti in Sicilia anche quello per il residence che si affaccia sullo Stagnone di Marsala e con un’operazione finanziaria, secondo l’accusa, del tutto fittizia, per sfuggire alle misure di prevenzione antimafia. Le nuove indagini della procura europea sostengono adesso che l’Heron’s Bay di Marsala possa avere rappresentato una sorta di contenitore per investire soldi sporchi. Al centro della vicenda, una società “Piramide costruzioni e immobiliare srl”, che sarebbe riconducibile a Calvaruso e che risulta locataria del residence di Marsala di proprietà della società “Gli Aironi”. Ad un certo punto la Piramide sarebbe stata ceduta, solo fittiziamente però, alle società estera. “Gli Aironi” avrebbe affidato alla Piramide con un contratto di affitto la gestione amministrativa, contabile e finanziaria del complesso turistico. In realtà, però, secondo l’accusa, il contratto sarebbe stato “sfavorevole” a “Gli Aironi” e questo, secondo i Pm, dimostrerebbe lo stratagemma orchestrato da Calvaruso. Già nel 2021 il palermitano Toni Lo Manto, fra i 47 arrestati per la presunta frode organizzata con fatture false per 1,3 miliardi di euro circolate in mezza Europa, faceva riferimento ad un “grande affare a Marsala” che però non sarebbe andato benissimo.
Maxi-evasione da Milano alla Sicilia. Rispunta resort Heron’s Bay di Marsala
