Marsala-Mafia, confisca da 1,8 mln per imprenditore

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La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha notificato, nei giorni scorsi, il decreto di confisca di parte del patrimonio immobiliare e societario riconducibile a Carmelo Gagliano, 50 enne marsalese, imprenditore nel settore dei trasporti. La proposta di applicazione della misura di prevenzione, avanzata dal Direttore della D.I.A. Nunzio Antonio Ferla, è stata accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani che ha emesso il relativo provvedimento al termine delle indagini condotte dalla D.I.A. trapanese, d’intesa con il procuratore aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione”, della D.D.A. di Palermo. Tra i beni confiscati risultano terreni, fabbricati, l’intero capitale sociale e il compendio aziendale della società “L.G.F. Trasporti srl” con sede a Mazara del Vallo, veicoli e rapporti bancari, per un valore di oltre 1 milione 800 mila euro. Per Gagliano è scattata anche la sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di dimora abituale per tre anni. L’uomo ha sempre svolto l’attività di autotrasportatore; scevro da condanne per fatti di mafia, il suo inserimento negli ambienti malavitosi è legato al suo ruolo di amministratore, quale prestanome, della società cooperativa di trasporti “A.F.M. Autofrigo Marsala”, «nella quale – scrive la Dia – vantava cointeressenze l’esponente mafioso marsalese Ignazio Miceli, già sorvegliato speciale di P.S., del cui patrimonio, post mortem, è stata, di recente, disposta la confisca dal Tribunale di Trapani, sempre su proposta del Direttore della D.I.A». La società “A.F.M. Autofrigo Marsala Soc. coop” è stata al centro di una vasta inchiesta giudiziaria condotta dalla D.D.A. partenopea sulle infiltrazioni mafiose nel circuito della grande distribuzione ortofrutticola dell’agro pontino. La Procura Distrettuale di Napoli ha portato alla luce, nei mesi scorsi, all’interno del mercato ortofrutticolo di Fondi (LT), uno dei principali d’Italia, la spartizione degli affari da parte delle organizzazioni malavitose ed una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma del c.d. “clan dei casalesi”. Quelle indagini svelarono le infiltrazioni ed i condizionamenti del clan “dei Casalesi-ala Schiavone” nelle attività dei principali mercati ortofrutticoli, evidenziando inoltre che il clan, per aggiudicarsi il controllo esclusivo nel settore strategico dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza con emissari imprenditoriali di Cosa nostra siciliana facenti capo a Gaetano Riina, fratello del più noto Salvatore, da anni residente nel trapanese. «Beneficiario principale, sul versante siciliano della provincia di Trapani, dell’accordo affaristico mafioso tra gli esponenti camorristi dei “casalesi” e i mafiosi trapanesi – spiega la Dia – sarebbe stato appunto l’impresa “A.F.M. Autofrigo Marsala”, gestita da Ignazio Miceli e Carmelo Gagliano».