Una delle cinque condanne in appello dovrà essere rimodulata mentre le altre quattro sono state confermate. Questo il verdetto della Cassazione sulla sentenza dello scorso 5 febbraio della corte d’appello di Palermo relativa al processo scaturito dall’operazione «Sea Ghost». Si tratta dell’operazione messa a segno dalla Guardia di Finanza di Marsala contro un’organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla tratta di esseri umani e al contrabbando di sigarette estere. In secondo grado, erano stati condannati il marsalese Angelo Licciardi, 64 anni, pregiudicato, al quale era stata ridotta la condanna da 12 anni a 8 anni e 4 mesi di carcere, Sergio Carpentieri, 55 anni, di Favignana, al quale in appello la pena fu ridotta di cinque mesi e i tunisini Nizar Zayar, di 41 anni (22 anni di carcere più una multa di 550 mila euro), e Montasar Bouaicha,
di 34 (10 anni e 7 mesi, con un milione e 350 mila euro di multa), e Giuseppa Randazzo, marsalese di 51 anni, condannata a tre anni. La donna, rappresentante legale di una cooperativa agricola, provvedeva, secondo l’accusa, alla stipula di fittizi contratti di lavoro dipendente per consentire ai clandestini di ottenere e rinnovare il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e di percepire indebite indennità di disoccupazione. Dall’inchiesta delle Fiamme Gialle, coordinata dalla Dda di Palermo, è emerso che mediamente ogni clandestino trasportato per il viaggio dal nord Africa alle coste siciliane pagava da tre a 8mila dinari tunisini (vale adire da 1500 a 4000 euro). I guadagni lievitavano ulteriormente grazie al contrabbando di sigarette estere che procurava un profitto di almeno 25mila euro a viag-gio. Durante l’indagine, avviata nel 2016, la Guardia di finanza ha intercettato in mare 5 «viaggi fantasma», arrestato in flagranza di reato 6 scafisti e sequestrato 990 chili di sigarette di contrabbando e tre gommoni.
Marsala. Immigrazione clandestina e contrabbando, Cassazione conferma condanne.

Uno dei gommoni fermati dalla GdF