Alpauno

Mandato internazionale, arrestato il figlio di “Don Tano”. E’ nipote dell’alcamese Filippo Rimi

Castellammare del Golfo colpita, ancora una volta negli ultimi tempi, da fatti di cronaca legati alla mafia. Leonardo Badalamenti,  figlio dello storico boss di Cinisi, don Tano, morto nel 2004, è stato arrestato proprio nella cittadina del Golfo dalla Dia di Palermo coordinata dal secondo reparto ‘Investigazioni giudiziarie’ in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) e la polizia brasiliana.  Il figlio di don Tano viveva, negli ultimi tempi, a casa della madre novantenne, Teresa Vitale, che dopo la scomparsa del marito, era ritornata a vivere nel suo paese natale, Castellammare appunto. Teresa è sorella di Giovanna, moglie del boss alcamese Filippo Rimi, deceduto nel 2014, figlio di don Vincenzo e fratello di Natale. L’arresto di Badalamenti, che da alcuni anni, dopo avere vissuto in Brasile, aveva assunto il nome di Carlos Massetti, è stato eseguito dalla Dia di Palermo in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria di San Paolo per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica. In attesa dell’estradizione, Leonardo Badalamenti è stato trasferito nel carcere Pagliarelli di Palermo.

Il sessantenne è il secondogenito di don Tano, il boss che negli anni Settanta è stato a capo della cupola di Cosa nostra e poi riconosciuto come mandante dell’omicidio di Peppino Impastato. Per l’autorità brasiliana Leonardo, che andava in giro l’identità falsa di un uomo d’affari brasiliano e che aveva registrato nel paese del sud-America la nascita del suo primo figlio chiamandolo come il nonno, Gaetano, era latitante dal 2017 a seguito di un ordine di arresto emesso dall’autorità giudiziaria di Barra Funda. In Brasile era già stato arrestato nel 2009 quando i ROS dei carabinieri lo fermarono nell’ambito di un’operazione Mixer-Centopassi che coinvolse altre 19 persone accusate, in concorso, di associazione mafiosa, corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori. Lo stesso Badalamenti, da circa un anno trasferitosi a Castellammare del Golfo,  era stato anche indagato perché ritenuto a capo di un’organizzazione criminale impegnata tra il 2003 e il 2004 a negoziare titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela attraverso l’intermediazione di un funzionario corrotto del Banco centrale. Titoli che servivano per garantire l’apertura di linee di credito in istituti bancari esteri.

Leonardo Badalamenti in questi giorni era stato denunciato dai carabinieri per essersi nuovamente impossessato di un casolare in contrada Uliveto a Cinisi, che gli era stato sequestrato e riconsegnato, senza attendere la notifica del provvedimento. Da questo episodio gli inquirenti sarebbero risaliti al mandato di cattura internazionale e quindi all’arresto di questa mattina a Castellammare del Golfo.

 

 

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