Maggio, ad Alcamo, dedicato ai pellegrinaggi al Santuario. C’è chi li effettua a piedi scalzi

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La celebrazione quotidiana di sante messe, caratterizzano per tutto il mese di maggio, iniziato domenica scorsa, una tradizione secolare: quella dei pellegrinaggi al Santuario di Maria Santissima del Miracoli, patrona della città di Alcamo, il cui rettore è padre Benedetto Cottone. Nel rispetto delle norme anticovid per tutto il mese nei giorni feriali celebrazioni eucaristiche e recita del santo rosario. Una tradizione che affonda le sue radici nel tempo e che vede migliaia di alcamesi fare il pellegrinaggio al Santuario della  Madonna dei Miracoli. Un tempo anche moltissimi gli altari, finemente addobbati, lungo le strade dove si riunivano gli abitanti del quartiere per la recita del rosario e dove alla fine del mese mariano si svolgevano giochi e concerti.

Grande è la partecipazione degli alcamesi alle celebrazioni dedicate alla Madonna dei Miracoli ed i pellegrinaggi per devozione o per sciogliere un voto. Molti fanno il tragitto del viale in basole a piedi scalzi. La leggenda vuole che il 21 giugno del 1547 alcune donne mentre erano intente a lavare i loro panni presso il ruscello vicino alla “Cuba”, come veniva chiamato l’arco di un mulino demolito, dal boschetto sovrastante videro scagliare delle pietre. Pensando ad un gruppo di giovinastri o a dei ladruncoli cominciarono a gridare. Cessata la prima scarica e incominciatane un’altra le donne si accorsero che le pietre oltre a non provocare dolore alle parti colpite, ridavano la salute ad alcune di esse che erano inferme.

Fatta una ricerca nel boschetto venne rinvenuta, nascosta in una buca a forma di Cappelletta, l’icona della Madonna. Un nobile condottiero spagnolo don Ferdinando del Celada y De Vega, governatore di Alcamo, fece erigere l’attuale chiesa dedicata alla Patrona della città, nota sotto il nome di santuario.