Mafia, risarcimento danni per il Comune al processo “Freezer”: “Un segnale forte”

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“Essersi costituiti parte civile è stato un segnale chiaro e forte di legalità e lo è ancor di più a seguito del riconoscimento del risarcimento dei danni che il Comune di Alcamo ha subito”. Parole del sindaco di Alcamo Domenico Surdi (nella foto) che esprime soddisfazione a distanza di qualche giorno dalla sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Trapani nell’ambito dell’operazione antimafia “Freezer” che ha portato anche al riconoscimento dei danni patiti dalle parti civili, tra cui per l’appunto figurava il Comune alcamese, e con lui l’associazione Antiracket e antiusura e anche il Comune di Castellammare del Golfo. “Questo ci conferma sempre più – aggiunge Surdi – che siamo sulla strada giusta, quella della legittimità dei nostri atti, supportata anche dal riconoscimento della giustizia”. Ad essere state inflitte pene per complessivi 21 anni di reclusione a quattro dei cinque imputati: uno solo è stato assolto. Tutti finirono in manette nel febbraio dello scorso anno con un blitz antimafia che interessò i territori di Alcamo e Castellammare del Golfo.  Tre degli imputati sono stati scagionati dall’accusa di estorsione e condannati solo per l’associazione mafiosa. La pena più alta ad Ignazio Melodia che dovrà scontare 6 anni e 4 mesi per mafia ed estorsioni. Per Salvatore Giacalone, detto “u professuri”, è arrivata l’assoluzione. Gli altri tre imputati sono stati condannati per mafia e prosciolti dall’accusa di estorsione. Si tratta di Filippo Cracchiolo che dovrà scontare 4 anni e otto mesi, il camionista incensurato Giuseppe Di Giovanni, anche per lui 4 anni e otto mesi, 6 anni invece sono stati dati ad Antonino Stella, originario di Marsala, ma residente ad Alcamo. E’ in corso, invece al tribunale di Trapani il processo col rito ordinario per quattro imputati a piede libero. Un’inchiesta che portò alla scoperta di summit organizzati all’interno di una cella frigorifera con la convinzione dei boss e dei loro gregari di essere al sicuro da occhi e orecchie indiscrete e invece c’erano le cimici ad intercettarle. A difendere il Comune di Alcamo è stata l’avvocato Silvana Calvaruso, dipendente dell’Avvocatura, la quale ha richiesto il risarcimento dei danni a qualunque titolo subiti a causa dei reati ascritti agli imputati, con particolare riguardo al danno di immagine aggravato dalla diffusione della notizia dell’operazione antimafia associata soprattutto alla città di Alcamo. “Sebbene il Comune di Alcamo non sia stato individuato quale parte offesa nel procedimento penale – aveva giustificato la giunta nel momento in cui decise di costituirsi parte civile – il sindaco ha manifestato la volontà di costituirsi parte civile al fine di ottenere il ristoro dei danni causati dalle condotte criminose poste in essere dagli imputati, con particolare riguardo al danno di immagine”.