Luglio 2021, ultimazione di 22 alloggi popolari nell’ex palazzo Vutano. Lavori, invece, mai cominciati

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Di questi tempi Alcamo avrebbe già dovuto avere 22 nuovi alloggi popolari, un giardino sostenibile dedicato al barone Pastore e un parcheggio nei pressi di piazza Pittore Renda. Invece, niente di tutto questo. Il vasto progetto dello IACP di Trapani, realizzato in sinergia con il comune di Alcamo, rischia di rimanere un’eterna incompiuta nonostante la somma disponibile di 3.000.000 di euro e la consegna dei lavori pubblicizzata, in pompa magna, a novembre del 2019. La ditta aggiudicataria, che poi ha ricevuto la rescissione d’ufficio del contratto per inadempienze, avrebbe dovuto ultimare alloggi e opere collegate propri nel luglio 2021. I lavori, alla data prevista per l’ultimazione di quanto previsto, sono acora fermi.

L’Istituto Autonomo Case Popolari, dopo la rescissione con l’ATI Cassisi – Moscariello e la probabile richiesta di risarcimento danni, ha quindi deciso di scorrere la graduatoria. Allo stato attuale siamo ancora alla fase della firma del nuovo contratto con un’impresa edile del catanese. Poi arriverà la consegna dei luoghi e quindi il via agli interventi veri e propri. Alla luce del capitolato di appalto, e senza ulteriori intoppi, Alcamo potrebbe avere i suoi nuovi 22 alloggi popolari non prima di giugno 2023. Non soltanto nuove case per le famiglie che ne hanno diritto ma anche la riqualificazione di una sorta di eco-mostro, l’ex palazzo Vutano, della via Mistretta e della zona che corre in coorso Generale Medici, ai piedi della Pia Opera Pastore.

Il recupero dell’ex palazzo Vutano, teatro nel corso degli anni di alcune tragedie, i nuovi alloggi popolari, la villa Barone Pastore, il parcheggio annesso e l’abbattimento di buona parte del muro di cinta della Pia Opera Pastore possono ancora attendere. E anche parecchio. Proprio con l’IPAB che detiene la proprietà dello storico immobile, era nata una lunga e polemica querelle. Il commissario dell’istituto, infatti, si era ritrovato parte in causa dell’opera pubblica senza essere stato informato e senza aver dato alcuna autorizzazione, a mezzi e persone, ad entrare nei terreni della Pia Opera Pastore. Un lungo tira e molla poi, a quanto pare, risolto.