Iniziativa lodevole, la legge regionale per combattere la diffusione del crack, pericolosissima droga, ma a pochi giorni dall’approvazione definitiva all’ARS non ci sono ancora certezze sulle coperture finanziarie. Il testo di legge riguarda l’attivazione di un sistema di lotta alla diffusione del crack e di assistenza a chi ne è già dipendente si addensano le nubi di uno scontro sulla copertura finanziaria. Il disegno di legge, approdato all’ARS e che dovrebbe essere esitato entro il 24 settembre, non sa infatti notizie sul budget e così l’opposizione ha annunciato una valanga di emendamenti per recuperare i fondi. Alla fine potrebbero arrivare 5 milioni. Il testo è composto da 16 articoli che creano un sistema di prevenzione (attraverso attività nelle scuole e nei quartieri a rischio) e anche di assistenza per chi è già nel tunnel della droga. In particolare nasceranno delle unità mobili di medici e assistenti sociali create dalle Asp che interverranno in modo capillare sul territorio. In più verranno siglati accordi con i privati per nuove strutture di accoglienza.
Questo è il fronte della lotta che riguarda i soggetti e aree più a rischio. Mentre per il resto verranno attivate convenzioni con enti del terzo settore che creeranno centri di assistenza per i tossicodipendenti in situazione meno grave. Altri pool di medici verranno destinati alle carceri. Una normativa, quello per la lotta al crack, che gode di un sostegno unanime all’Ars. Il testo è stato infatti firmato da rappresentanti di tutti i partiti. E tuttavia proprio ora che il traguardo è in vista si annuncia uno scontro in aula. E’ stato il Pd a denunciare il mancato finanziamento della legge: «Si è parlato di appena ottocentomila euro di budget – ha esordito ieri Valentina Chinnici – anche se poi fonti della maggioranza hanno detto che si può arrivare fino a 2,7 milioni sfruttando finanziamenti destinati alle scuole per le campagne di prevenzione. Ma secondo noi per assicurare efficacia alla legge servono almeno 10 milioni». La Chinnici ha proposto ieri di attingere al tesoretto da 250 milioni che il governo, grazie a nuove entrate, sta già destinando alla manovra correttiva di fine anno.