La riunione è stata fissata per martedì prossimo dal Dipartimento della pianificazione strategica presso l’assessorato regionale della Salute. Un incontro con le associazioni degli ambulatori e dei laboratori privati accreditati, per cercare di evitare lo sciopero fissato per giorno 24, indetto dalla categoria contro il nuovo Nomenclatore ministeriale delle prestazioni sanitarie, che riduce fino al 50% le tariffe di visite ed esami nei laboratori. Sul tavolo, la possibilità, già ventilata dal governatore Schifani di sopperire ai tagli del governo Meloni attraverso risorse della Regione, dribblando in qualche modo i vincoli di spesa del piano di rientro cui la Sicilia è vincolata da circa un ventennio. Lo spunto potrebbe darlo la Finanziaria nazionale, che delinea la possibilità, anche per i governi regionali ancorati a limiti di stanziamento, di superare le tariffe massime imposte dallo Stato, ma la strada non è in discesa, perché bisognerà comunque trovare risorse ad hoc. «Quel che è certo, al momento, è che lo stato di agitazione i laboratori di analisi rimane, insieme al rifiuto di erogare alcune prestazioni in regime di convenzione giudicate sottocosto, «perché è
impensabile», spiega Salvatore Gibiino coordinatore del Cimest l’intersindacale che rappresenta quasi tutte le sigle di categoria, «che i nostri laboratori di analisi o i centri medici accreditati garantiscano, solo per fare qualche esempio, una visita cardiologica ribassata da 12 a 6 euro, o la ricerca dell’antigene per la diagnosi del tumore prostatico da 8 a 4 euro, o l’emoglobina per la ricerca del diabete da 7,4 a 4,6 euro. Così lavorare è impossibile».