Per anni aveva resistito alle pressioni della mafia che voleva sottrargli un residence a Guidaloca, in località Ciauli, a Castellamare del Golfo. Cosa Nostra decise poi di ucciderlo perché Paolo Ficalora, proprio in quel residence, aveva ospitato il pentito Totuccio Contorno, senza comunque sapere chi fosse. Così il 28 settembre del 1992 un commando guidato da Giovanni Brusca e dal castellammarese Gioacchino Calabrò uccise Paolo Ficalora, capitano di mercantili in pensione, davanti agli occhi della moglie Vita D’Angelo. Il 59enne, morto sotto i colpi della mafia, lasciò anche due figli, Angelo e Tiziana. Un’esecuzione, attorno a mezzanotte, quando Paolo Ficalora e la moglie arrivarono all’ingresso del loro residence. Un omicidio per il quale la mafia aveva avviato un efficace ‘mascariamento’. Infatti servirono dieci anni per vedere riconosciuta quella morte come una morte per mano mafiosa. Fu proprio la vittima a finire sotto inchiesta, per le persone che frequentava, per come era riuscito a costruire quel residence. Oggi, in occasione del 32esimo anniversario dell’omicidio, il sindaco Giuseppe Fausto, a nome dell’amministrazione comunale e della città di Castellammare del Golfo, ha voluto ricordare Paolo Ficalora. ” Ricordare il capitano, il suo coraggio e la sua integrità morale, significa – ha detto Fausto – richiamare tutti all’impegno quotidiano per la legalità. Paolo Ficalora ha scelto di opporsi alla criminalità anche a costo della vita e occorre onorare il suo sacrificio ricordandolo e facendolo conoscere alle nuove generazioni, perché tutti possano seguirne l’esempio – ha concluso il sindaco castellammarese – con l’impegno civico e azioni concrete contro la mafia e ogni forma di illegalità”.