Un lungo viaggio di oltre 3400 chilometri, iniziato in Senegal e attraversando poi Mali, Niger, Libia e deserto del Sahara. L’incubo delle prigioni libiche, la ferocia dei carcerieri che lo picchiarono con un filo di ferro elettrico. La perdita dei compagni di viaggio, la fame e la sete sofferte; infine il salvataggio e l’approdo sulla terra ferma. Con un filo di emozione e tanta determinazione, Ibrahima Lo, 23 enne senegalese ha raccontato ieri, al Complesso Monumentale San Pietro di Marsala, la sua storia ed il motivo per cui ha scelto di scrivere “Pane e acqua” da cui il regista Matteo Garrone ha tratto ispirazione per il suo ultimo film “Io capitano”.
La commovente storia di Ibrahima Lo raccontata a Marsala. Libro ‘Pane e acqua’ e poi film (Interviste)
