Una strada o un luogo pubblico di Alcamo da intitolare a Giovanna Stellino, morta il  25 marzo 1911

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Una strada o un luogo pubblico di Alcamo da intitolare a Giovanna Stellino, morta il  25 marzo 1911 assieme a  centoventisei operaie che rimasero uccise nell’incendio della Triangle (traiangl) Waist (weist) di New York, la “fabbrica delle camicette bianche”. Aveva 18 anni.  Trentotto italiane, ottantotto tra russe, americane, ungheresi e austriache. L’iniziativa di  Maria Pia Ercolini, ideatrice del progetto “Gruppo Toponomastica Femminile”, e Navarra Editore che hanno lanciato una petizione rivolta alle istituzioni  dei paesi di provenienza delle vittime italiane alla quale hanno già aderito numerosi comuni.

L’iniziativa è stata illustrata, sabato sera al Baglio Florio di Alcamo, durante la presentazione del libro “Camicette bianche”, della scrittrice Ester Rizzo, di Licata, che è riuscita a trasformare questi numeri nelle sembianze di quelle donne, diverse per età, provenienza geografica e religione, ma accomunate dal coraggio e difficoltà della condizione di operaie in terra straniera, e purtroppo anche dalla stessa morte. Lo scopo  far conoscere un episodio gravissimo della nostra storia, in cui confluiscono diritti dei lavoratori e diritti delle donne.

La scoperta che Giovanna Stellino, fosse di Alcamo grazie ad un’intuizione della professoressa Giusi Longo di Alcamo durante un incontro a Roma con la scrittrice. Stellino e Maria Fundarò, il cognome della mamma, Due cognomi diffusissimi ad Alcamo dove si è aperta la caccia ai parenti di questa sfortunata ragazza. E già sono numerosi gli Stellino e i Fundarò che hanno avviato ricerche nelle proprie famiglie per risalire all’eventuale parentela. Pare che i genitori prima di emigrare in America abitassero nel corso VI Aprile. Venti donne hanno letto pagine autobiografiche del libro Camicette Bianche suscitando emozioni nelle tante persone presente sabato sera alla presentazione del libro di Ester Rizzo.