ALCAMO – Qualcuno quaggiù ancora lo ama. Anzi, più di qualcuno. Nelle stanze dei palazzi che contano l’alcamese Nino Papania (nella foto), ex Senatore del Partito Democratico finito al centro di una serie di inchieste negli ultimi anni, può ancora contare su tanti, tantissimi amici. E così, dopo mesi di interminabili discussioni e polemiche sull’utilizzo delle intercettazioni che riguardano l’ex parlamentare alcamese, finisce tutto in una bolla di sapone, o quasi. Infatti l’aula del Senato, con 139 voti favorevoli, 45 no e 21 astenuti, ha approvato la relazione della Giunta delle immunità che dice ‘sì’ all’autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di Papania ma per le sole conversazioni effettuate fino all’1 novembre del 2010. E’ stata invece rigettata la richiesta dell’autorità giudiziaria per tutte le comunicazioni successive a quella data. L’accusa per Papania riguardava fatti di corruzione, assunzioni in cambio di appalti in Sicilia. La richiesta era stata trasmessa al parlamento il 26 maggio 2014 dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo in seguito a indagini, si legge nella relazione della Giunta, che riguardano una vicenda di corruzione nell’ambito della gestione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’Ato Trapani 1, in concessione all’Aimeri Ambiente, in concorso con gli allora vertici dell’Ato Trapani 1. Secondo l’accusa sarebbe stato istituito un accordo criminoso in cui Papania “riceveva da Colimberti, in più occasioni, utilità consistite nell’assunzione di numerose persone a lui gradite e da lui segnalate, inducendo quindi i vertici dell’Ato a compiere, in cambio di tali assunzioni, atti contrari ai suoi doveri di pubblico ufficiale”. Situazione che in realtà, sempre secondo l’accusa, si sarebbe protratta fino al maggio 2012. Infatti proprio nel 2012, con le elezioni amministrative di Alcamo di mezzo, si sarebbero continuati a utilizzare questi sistemi nell’Ato. Secondo la Procura ci sarebbero state nel periodo elettorale “promesse di posti di lavoro, denaro e cibo” in cambio di voti per l’elezione a sindaco di Sebastiano Bonventre, candidato sostenuto proprio da Papania. Ma con ogni probabilità tutta la vicenda pre-elettorale finirà in una bolla di sapone sul piano giudiziario: senza le intercettazioni telefoniche sarà molto più difficile far reggere l’accusa di voto di scambio. Duro il commento del gruppo parlamentare al Senato del Movimento 5 Stelle rispetto alla decisione dell’utilizzo parziale delle intercettazioni.
“Già il giudice Ferdinando Sestito – precisa Papania – aveva bocciato l’utilizzo delle intercettazioni sino al 2012, dando come limite di tempo il 2010. Per cui ieri il Senato doveva solo ratificare questo provvedimento, non capisco cosa c’entri l’intervento di Santangelo rispetto al periodo delle elezioni di Alcamo del 2012. Il precedente relatore in Senato, Maurizio Buccarella dello stesso Movimento 5 Stelle, aveva proposta l’utilizzo delle intercettazioni sino al 28 novembre del 2010. Io, attraverso i miei legali, – precisa l’ex parlamentare alcamese – ho già consegnato una memoria difensiva sino a quella data pur se le intercettazioni all’epoca non erano ancora autorizzate”.