“Scarichi di aziende agroalimentari”. Questo il risultato dei prelievi fatti nei mesi scorsi lungo il fiume Nocella, in territorio di Trappeto, nei giorni in cui sono stati segnalati da ambientalisti e non massicci scarichi inquinanti di colore rossastro e marrone che hanno invaso il corso d’acqua e la costa di San Cataldo, tratto di mare tra Terrasini e Trappeto non balneabile. L’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente, ha effettuato dei prelievi personalmente in alcuni casi e in altri invece si è fatto consegnare dei campioni prelevati dagli stessi ambientalisti e dalle varie autorità intervenute sul posto: vigili urbani di Trappeto e Capitaneria di porto di Terrasini, ndr). I risultati sono sostanzialmente gli stessi: “Si presentano indici di inquinamento generici – scrive il responsabile territoriale dell’Arpa di Palermo, Giovanni Abbate – ed in particolare è stata rilevata la presenza di polifenoli. Queste sostanze sono presumibilmente provenienti da scarichi di aziende agroalimentari”. Nella relazione viene anche evidenziato “l’odore molesto” e “l’alto valore di sostanza organica”. Per quanto concerne invece metalli tossici e i loro derivati bioaccumulabili non è emersa la presenza di concentrazione significativa. Il Comune di Trappeto già nelle scorse settimane ha annunciato che farà un monitoraggio costante e continuo del fiume Nocella e del mare di San Cataldo. E’ stato l’assessore all’Ambiente, Salvo Randazzo, a prendere carta e penna e scrivere al comando di polizia municipale per chiedere sopralluoghi periodici e continui. C’è da dire che negli ultimi tempi, dopo decenni di assoluta impunità, sono partiti davvero dei controlli stringenti tanto che appena qualche settimana fa la Capitaneria è riuscita a beccare in flagrante un oleificio di Partinico che scaricava abusivamente acque di lavorazione della propria azienda. “Noi stiamo facendo dal 2013 continua attività di monitoraggio – aggiunge Randazzo – ma occorre maggiore collaborazione da parte di tutti gli altri organismi. Un plauso immenso a tutti quei cittadini che senza bandiere di nessun tipo ci stanno mettendo la faccia a segnalare e denunciare”. Nel recente passato sempre l’Arpa ha effettuato altre verifiche e dalle analisi dei campioni di acqua prelevati è emersa la presenza di sostanze nocive presumibilmente scarichi di lavorazione olearia e vitivinicola. Nei mesi scorsi si sono verificati continui sversamenti di acqua rossastra in un ampio tratto di costa sul mare di San Cataldo. L’ultimo con uno sversamento anomalo che è stato notato da diversi ambientalisti i quali hanno immediatamente lanciato l’allarme. Alcuni di loro hanno anche raccolto dei campioni dell’acqua che sgorgava dal fiume Nocella e che finiva quindi il suo percorso sul mare di San Cataldo, in territorio trappetese, dove da decenni oramai vige il divieto di balneazione a causa di questo inquinamento.