Il Tribunale del Riesame e Cassazione hanno via via alleggerito o annullato le misure scaturite dall’indagine sulla formazione professionale messa a segno dalla procura di Marsala il 17 ottobre scorso. Coinvolti segretari e leader politici (fra questi anche gli alcamesi Nino Papania e Angelo Rocca) nonché sei consiglieri comunali. Un’indagine che fece molto scalpore anche perché la relativa ordinanza arrivò praticamente in contemporanea con l’altra inchiesta, più pesante in quanto riguardante anche la mafia, che riguardò gli stessi leader alcamese dell’MpA e l’x vice-sindaco Pasquale Perricone.
Un’indagine quest’ultima per la quale la procura ha giù chiesto il rinvio a giudizio. Dopo i pronunciamenti dei vari tribunali per l’ex senatore alcamese e il suo fedelissimo Angelo Rocca sono decaduti alcuni capi d’accusa e diminuito l’ammontare del sequestro di denaro. Il fondatore del movimento VIA deve adesso rispondere soltanto di concorrenza morale nei reati contestati. Resterebbe in piedi soltanto un episodio intercettato dagli inquirenti fra agosto e settembre 2022.
Secondo l’accusa il gruppo di politici ed esperti utilizzava i fondi europei della formazione professionale come bancomat personale. Un settore che inoltre forniva tutta una serie di privilegi. Le sedi di tali giri erano Alcamo e Marsala, comune quest’ultimo in cui il gruppo politico, quello poi confluito nell’Mpa, aveva una forte presenza anche in consiglio comunale. L’indagine, per la quale a breve si attendono gli avvisi di conclusione, è stata portata avanti dalla sede palermitana della Procura europea e della Procura di Marsala. Tra le persone indagate oltre a Papania e Rocca anche il castellammarese Vito Bongiorno, la busetana Anna Maiorana, gli alcamesi Cinzia Filippi, Antonina Pirrone e Davide Piccichè, Ignazio Chianetta, i trapanesi Filippo Tilotta e Mario Castelli, l’ex consigliere comunale di Erice, i marsalesi Ignazio Chianetta, Michele Vinci e Vanessa Titone, quest’ultima consigliera comunale in carica.