Inchiesta su piano regionale rifiuti. Avvantaggiate imprese? Nicastri racconta ciò che avrebbe visto

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L’inchiesta sulle mazzette all’assessorato regionale all’energia, che vede protagonisti gli imprenditori alcamesi Vito e Manlio Nicastri, padre e figlio, e Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia e consulente della Lega, fa scaturire un nuovo e vasto filone che va a colpire la redazione del piano regionale rifiuti. Si tratterebbe di uno dei dossier più delicati della recente storia della Sicilia. La Procura di Palermo sta battendo questa pista utilizzando i racconti di Vito Nicastri, il Signore del Vento, che da alcuni mesi ha deciso di collaborare, con dovizia di particolari, e che avrebbe assistito ad altri episodi di malcostume. Il piano regionale per i rifiuti, da anni in calendario ed esitato dalla giunta Musumeci nel dicembre 2018 ma ancora atteso da numerosi passaggi e pareri prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, non è stato ancora approvato definitivamente.

Da quanto raccontato da Vito Nicastri, accusato fra l’altro di essere uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro,  i pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, stanno tentando di capire se ci siano state pressioni a vari livelli finalizzate ad avvantaggiare imprese legate ad ambienti politici regionali e se in questo intreccio di affari e politica siano coinvolti burocrati regionali. Nelle scorse settimane, nell’ambito dell’indagine su Nicastri e sulle mazzette pagate a funzionari regionali  e grazie alle ammissione fatte dal potente imprenditore alcamese, è stato sentito dagli inquirenti, oltre al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, l’assessore alle Attività produttive Toto Cordaro che ha spiegato ai magistrati i passaggi ancora necessari per l’approvazione del piano regionale sui rifiuti.

“Apprendo dalla stampa che la Procura sta indagando sul piano rifiuti. Restiamo a completa disposizione dei pm per chiarire eventuali dubbi su questo fondamentale strumento per la Sicilia”. Lo afferma l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon.  “Il piano – ricorda l’assessore – è stato ritenuto dalla commissione tecnica per la Vas conforme alla legislazione regionale, nazionale ed europea. Restiamo a disposizione anche della commissione Antimafia a cui continueremo a fornire puntuali riscontri in pieno spirito di collaborazione.”.

Sul nuovo filone dell’inchiesta si è anche espresso il Movimento 5 Stelle: “Un fatto gravissimo che va a sommarsi alla parallela inchiesta su Nicastri e Arata da cui emerge un quadro oltremodo preoccupante. Alla luce di tali fatti la commissione ambiente dell’Ars – ha concluso il gruppo parlamentare pentastellato – non può esprimere alcun parere su quello che dovrebbe essere uno strumento pianificatorio fondamentale per l’isola”.