Fuoco alla Signorino Autotrasporti, 4 arresti. Raid organizzato per fermare concorrenza (VIDEO)

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Alcuni particolari rilevati da vigli del fuoco e carabinieri nei pressi della Signorino Autotrasporti, in contrada Piano di Sasi, alla periferia nord-est di Alcamo, avevano lasciato dubbi sull’origine delle fiamme che avevano distrutto completamente, nella notte fra 9 e 10 febbraio 2021, un trattore (la parte che traina i grossi rimorchi) e altre due cabine. Sul posto, infatti, era stata ritrovata una Fiat 500 rubata, data alle fiamme sull’unica strada di accesso proprio per rallentare i soccorsi e causare maggiori danni alla ditta alcamese di autotrasporti. Poi anche   uno squarcio alla rete di recinzione dell’area dove opera l’azienda che sul territorio si occupa di trasporto merci su strada da circa 15 anni.

Dopo circa un anno e le fitte indagini andate avanti soprattutto fra febbraio e giugno dello scorso anno, i carabinieri di Alcamo, diretti dal capitano Luca De Vito, hanno definitivamente fatto luce sulla vicenda e il GIP del tribunale di Trapani ha mandato in carcere quattro persone. I reati contestati sono incendio, tentata estorsione e ricettazione. Alla base dell’attentato incendiario il tentativo di evitare che la ditta alcamese interferisse nell’affidamento dei trasporti da e per la Sicilia occidentale. Sono quindi finiti al carcere di Pagliarelli Maurizio Andolina, 45 anni residente a Villabate, il quarantenne David Gabriele, Giovanni e Carmelo Andolina, padre e figlio di 61 e 31 anni, cugini di Maurizio, abitanti nel capoluogo isolano.

Il raid incendiario, secondo l’accusa, sarebbe stato disposto da David Gabriele, titolare di una ditta di trasporto merci palermitana che avrebbe così cercato di ostacolare la crescita dell’azienda alcamese soprattutto dopo la nascita di una nuova società la Kortimed sud. Fino a quel momento la ditta madre affidava diverse e numerose commesse proprio all’azienda palermitana. Il varo della nuova società aveva quindi visto diminuire il fatturato della GT Gruop di David Gabriele che così, con l’aiuto di Maurizio Andolina, ha messo a segno l’intimidazione tramite gli esecutori materiali, Giovanni e Carmelo Andolina.

Quest’ultimo è indagato anche per evasione, in quanto era sottoposto agli arresti domiciliari.  Due le autovetture utilizzate per arrivare in piano Sasi per appiccare il rogo che causò danni per circa 35.000 euro.  La Fiat 500 rubata a Palermo e poi incendiata sulla strada di accesso al piazzale della Signorino Autroasporti e una Kia Sorrento. I due mezzi sono stati ripresi in direzione di Alcamo prima e poi di Palermo poi, in orari coincidenti con quelli dell’incendio, dalle telecamere piazzate in autostrada. I carabinieri, inoltre, sono riusciti a ricostruire il percorso della Kia attraverso il Gps installato sul mezzo dalla compagnia assicuratrice.