Incendi, magistrati specializzati e pool interforze. Richiesta di associazioni e CGIL

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Dopo le manifestazioni, i dibattiti e i sit-in, dalle associazioni parte una richiesta concreta di intervento per l’individuazione e la repressione degli incendi, la cui continua progressione è anche agevolata dalla sostanziale impunità degli autori. Coordinamento ‘Salviamo i Boschi’, WWF, Italia Nostra, Legambiente, LIPU e FLAI CGIL hanno redatto una lettera congiunta per chiedere l’istituzione di Sezioni di Magistrati inquirenti e nuclei investigativi interforze, specializzati nelle indagini relative al fenomeno degli incendi boschivi nonché la costituzione di un coordinamento investigativo tra i vari uffici inquirenti presenti nel territorio della Regione Siciliana. “La nostra è la voce dei cittadini siciliani che partecipano attivamente e con interesse alla salvaguardia dell’ambiente, attraverso il fenomeno associativo – dicono i firmatari – e che negli ultimi anni hanno organizzato svariate iniziative di natura sociale per contrastare il terribile fenomeno degli incendi boschivi, ma anche denunciato illeciti in sede giudiziaria constatando la lentezza e la scarsa efficacia delle operazioni di indagine e di repressione messe in atto fino ad ora”. Il 2021 purtroppo ha rappresentato l’anno peggiore rispetto a un’evoluzione storica degli incendi e delle superfici percorse dal fuoco che già vedeva la Sicilia primeggiare rispetto alle altre regioni d’Italia. Ben 7000 incendi tra maggio e agosto 2021, 78.000 ettari percorsi dal fuoco (sui 160.000 dell’intera nazione).

Un numero così alto di incendi non si era mai verificato.  A fronte di essi solo una dozzina di arresti. Le cause sono quasi sempre dolose – scrivono i firmatari della richiesta: rinnovazione dei pascoli, recupero dei terreni agricoli a spese del bosco per la coltivazione o per attivare contributi comunitari, speculazione edilizia, ritorsioni contro la Pubblica Amministrazione, conflitti o vendette tra proprietari, interessi che ruotano intorno agli investimenti nella repressione incendi da terra e soprattutto dal cielo (la flotta aerea della Protezione Civile è gestita dalla multinazionale Babcock con un contratto rinnovato nel 2017 per 4 anni con un importo di circa 45 milioni all’anno, più il pagamento delle ore di volo eccedenti le 3.500 previste dal contratto). Alla luce di questi dati le associazioni sottolineano “le difficoltà operative di coloro che sono istituzionalmente chiamati a svolgere l’attività repressiva di tali reati. Ciò è anche dovuto, a nostro parere, all’assenza di magistrati inquirenti specializzati negli incendi boschivi all’interno delle Procure”.

Per questo motivo Coordinamento Salviamo i Boschi, WWF, Italia Nostra, Legambiente, LIPU hanno deciso di unire le loro forze insieme a quella della FLAI CGIL per chiedere che venga istituito nell’ambito di ciascun Ufficio della Procura presso i Tribunali della Regione Siciliana un “Pool” di Magistrati con particolari competenze nell’ambito della repressione di tutti i delitti connessi al fenomeno degli incendi boschivi, e affinché si costituisca un Nucleo Interforze tra Corpo Forestale, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza specializzato in tali indagini.