Alpauno

Illegittimo il licenziamento di Li Petri ex direttore di Cantine Settesoli

La Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato illegittimo il licenziamento  di Salvatore Li Petri da Cantine Settesoli, ponendo fine a una vicenda giudiziaria durata quasi sette anni. Con la sentenza depositata il 28 giugno, la Sezione Lavoro della Cassazione ha confermato integralmente la decisione della Corte d’Appello di Palermo, ristabilendo la piena correttezza dell’operato di Li Petri e condannando la cooperativa vitivinicola al pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso e delle spese legali in tutti i gradi di giudizio. Li Petri, per oltre vent’anni direttore generale della storica realtà cooperativa di Menfi, era stato allontanato nel 2018 con accuse rivelatesi infondate.

La Suprema Corte ha così certificato che non vi erano gli estremi per il licenziamento, restituendo dignità a una figura che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo di un modello vitivinicolo siciliano innovativo e competitivo. “Oggi è un giorno molto importante per me e per la mia famiglia”, ha dichiarato Salvatore Li Petri. “Chi ha tentato di cancellare la mia figura professionale, per ragioni che nulla hanno a che fare con il merito e con l’interesse della cooperativa, ha fallito. È stato un attacco personale e sistematico, privo di fondamento. Ma la verità– quella documentata, argomentata e ora giudiziariamente certificata –è più forte di qualsiasi ricostruzione strumentale”. Li Petri, oggi ricopre un ruolo strategico in Cantine Ermes, dove continua a guidare processi di crescita nel segno della cooperazione e della trasparenza. La sentenza assume anche un valore simbolico, rilanciando il principio che la giustizia, quando ben amministrata, può correggere derive personalistiche e difendere la responsabilità etica nella gestione aziendale.

 

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