Il tempio di Segesta è dedicato ad Afrodite Urania. Lo spiega un’antichissima epigrafe

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Il tempio di Segesta è dedicato ad Afrodite Urania. Lo ha rivelato con l’entusiasmo documentato e scrupoloso, l’archeologa Rossella Giglio, direttrice del parco archeologico di Segesta, che attribuisce la scoperta ai recenti studi condotti dai professori Carmine Ampolo e Donatella Erdas. “L’epigrafe che ne parla – dice la dottoressa Giglio – sta al primo posto nell’opera ‘Iscriptiones Segestanae’, edizioni della Normale 2019, presentata presso la Biblioteca Comunale di Calatafimi”. Proprio qui  è conservata una base rettangolare in calcarenite, lunga 75 centimetri e alta 21, databile II secolo avanti Cristo, che reca incisa una chiara iscrizione in greco, conservatasi per intero.

L’epigrafe, che proviene dalle vicinanze del tempio di Segesta e ne indica la divinità venerata, era già conosciuta nel ‘600, subì vari spostamenti, fino a essere murata nella casa del canonico Francesco Avila. Da qui venne poi portata nei locali della Biblioteca Comunale. Si tratta di un’epigrafe perfettamente “compatibile” con un contesto di un santuario, di carattere onorario in forma di dedica alla divinità, utilizzata come base di statua di sacerdotessa eretta da parenti o amici.

Il parco archeologico di Segesta, con il suo teatro, la sua prestigiosa bellezza artistica e la sua rinnovata offerta culturale, è stato negli ultimi anni al centro di molte “avventure archeologiche” con la direzione di Rossella Giglio, che ripete: “La forza che emanano le “pietre” antiche mi incoraggia; la certezza della storia ci spedisce dritti al futuro. Nonostante questo stop dovuto all’emergenza Coronavirus, non ci fermeremo”. Il pensiero corre al palinsesto dell’estate scorsa alle “Conversazioni d’autore” organizzate alla collina del tempio, che hanno permesso di spaziare dalla figura dell’archeologo alla zoologia nella Sicilia arabo normanna, al tema complesso e delicato legato al tempo delle stragi in Sicilia, fino alle politiche internazionali, con un particolare approfondimento alla storia dei conflitti in Medio Oriente, e ancora al momento della fiaba, per concludere con la scoperta dell’arte rupestre della Sicilia preistorica.

Grande è stato l’estate scorsa anche il successo per il festival le “Dionisiache”, al teatro antico costruito alla fine del terzo secolo a.C.. Un cartellone vastissimo che ha portato sul monte Barbaro migliaia di appassionati e di turisti. Già quasi pronta la nuova stagione 2020, con la speranza che l’emergenza sanitaria non faccia saltare tutto.