Alcamo 30 luglio 2017. Un grosso incendio si sviluppa nell’impianto per il trattamento polifunzionale dei rifiuti non pericolosi da raccolta differenziata di contrada Citrolo di Alcamo. Una nube nera si leva per 26 ore dal luogo dell’incendio che coprirà come una cappa buona parte della città, soprattutto nelle zone di Santa Lucia, Piano Marrano, Maruggi, Tre Noci, monsignor Tommaso Papa. Montelongo e si espanderà per centinaia di chilometri. Alcamo 30 settembre 2017. Sono trascorsi due esattamente due mesi e gli interrogativi restano tutti in piedi. C’è stato inquinamento? Ci sono rischi per la salute? Si può consumare qualsiasi cibo? Perché dopo due mesi ancora non vengono resi noti i dati delle analisi conseguenti al rogo? E’ normale che in tempi di tecnologia avanzata dopo due mesi non vengono dati i risultati delle analisi? L’Arpa recentemente ha reso nota la simulazione della dispersione delle polveri sospese totali per il campionamento delle ricadute al suolo. Parliamo di simulazione quindi di quello che potrebbe essere successo. Ma cosa è successo veramente? Si ha la sensazione che si fa trascorrere il tempo per far piano piano cadere nel dimenticatoio quanto è successo il pomeriggio dello scorso 30 luglio. L’Arpa nella stessa relazione rimanda “verifica e riscontro da parte degli organismi competenti in materia di sorveglianza sanitaria a tutela della salute della popolazione”. Qual è la risposta dell’Asp? La stessa Arpa nella relazione suggerisce tre punti dove eseguire le analisi del suolo. Sono state fatte? Qualche dichiarazioni di disappunto sul silenzio e quindi sui risultati delle analisi da parte del Comune, mentre è necessaria un’azione più incisiva. Uno studio commissionato dal Movimento difesa del cittadino con l’esposizione dei risultati di analisi ristrette al latte, vigneti e oliveti da rifare periodicamente. Un esposto presentato alla Procura dagli aderenti alla Class action dove si chiede chiarezza e si fa appello, tra l’altro, al giudice “affinché nomini un perito per accertare la qualità del suolo ed eventuali omissioni di controlli e di indagini sulla salute pubblica”. Si muove il privato ma i tempi della giustizia sono lunghi, mentre sarebbero state e sono necessarie risposte ufficiali da parte degli Enti preposti alla tutela della salute dei cittadini alcamesi i più esposti alla nube scaturita dal rogo di contrada Citrolo, Gli alcamesi oggi si sentono da tutti abbandonati. Continua il silenzio che da adito a varie ipotesi: “o non è successo nulla o è successo qualcosa di tanto grave da non comunicare”. Gli alcamesi continuano ad invocare inutilmente la verità. Qui non si vuole fare allarmismo ma solo tenere viva l’attenzione sulle cause e conseguenze del rogo. Intano uno studio presentato ieri su “Repubblica” conferma che è l’inquinamento la causa principale dei tumori.