Gestori carburanti, momento difficile. — “i moderni servi della gleba”, urlano i sindacati

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Di Laura Lombardo — Ci rechiamo ogni giorno a fare carburante — più o meno inconsapevoli del dramma umano di una filiera, gravata oggi più che mai da illegalità, soprusi, e schiavitù del lavoro. Le principali sigle sindacali siciliane della categoria dei gestori carburanti, FAIB, FEGICA E FIGISC, in un recentissimo documento indirizzato al neo-nominato ministro dello sviluppo economico (Governo Conti II), Stefano Patuanelli, hanno chiamato i gestori degli impianti di distribuzione “i moderni servi della gleba che lavorano per un pezzo di pane“, in una contrapposizione senza speranza — nel trapanese, nel palermitano come nel resto del paese — con le multinazionali titolari della distribuzione del prodotto petrolifero. Numeri esorbitanti di cosi-detti retisti privati (aziende più piccole delle originarie sette sorelle, ma non meno capillari e fameliche) ogni giorno si arrufferebbero il mercato come “animali predatori” affidando le stazioni di rifornimento in comodato d’uso gratuito ai gestori, in base a contratti che però hanno ben poco di gratuito (o di legale). Ai gestori i titolari impongono il pagamento del prodotto, in cash e in unica soluzione, prima ancora dell’avvenuta consegna e deposito; imposto dal titolare è anche il prezzo finale di vendita del gestore (contro ogni logica di libero scambio e sempre più al ribasso) schiacciando margini di profitto e sopravvivenza stessa dei gestori, in una guerra tra bandiere petrolifere per il controllo del territorio. Con questo margine esiguo, il gestore deve poi pagare tasse (ben l’85% di accise su un prodotto come il petrolio che è monopolio di stato), dipendenti, elettricità, commissioni bancarie, tutte le spese di gestione annesse e soprattutto tutti i rischi. E di rischi ce ne sono tanti. I sindacati stessi rilevano che le truffe nel settore sono quasi sempre compiute a monte della filiera (da titolari e concessionari) — eppure a pagarne le spese, incluse quelle penali, sono spesso, a valle, i gestori.
Infatti, nel documento di  FAIB, FEGICA E FIGISC al ministro si chiede anche la “verifica a tappeto della qualità dei prodotti prima che vengano depositati in cisterna”, per assicurare che il prodotto riversato non sia stato precedentemente contraffatto e diluito con acqua. Un ex-gestore di Trapani, costretto dal deficit di bilancio a chiudere definitivamente battenti pochi anni fa, riferisce di “essere scappato da un business sporco di ladri e padroni”, che gli lasciavano un margine del solo 2%. Ma il coordinatore provinciale della Figisc Palermo e Trapani, Alfonso Anzalone, uno dei più indefessi difensori di categoria, aggiorna il dato ai tempi attuali: “oggi i margini sono dello 0,2% — soli 20 centesimi su ogni 10 euro rimangono al gestore”. Il punto centrale è che tali contratti sono illegali, in quanto dovrebbero essere stipulati alla presenza dei sindacati per sopperire all’asimmetria negoziale tra titolari e i gestori più deboli. Invece sottoscritti senza sindacati, in un atto di forza, estorsione e/o ricatto dei titolari sui gestori, tali contratti oggi si chiamano one-to-one, e ovviamente modificano in peius termini e condizioni previsti dal contratto collettivo. Complice del dramma umano in Sicilia sarebbe anche lo statuto speciale, che impone il necessario recepimento con norme regionali delle direttive nazionali (comprese quelle inerenti il contratto collettivo di lavoro, per l’appunto) affinché queste possano avere efficacia da queste parti. Ma la politica non eccelle per celerità, e ad approfittare della vacatio legis o laissez faire o far-west sono proprio le compagnie petrolifere. Il coordinatore Figisc, Anzalone ha ribadito di essersi messo in questi giorni in contatto con l’ assessore regionale alle attività produttive, l’alcamese Mimmo Turano, che però non ha ancora potuto convocare il tavolo tecnico, a causa di una recente rotazione dirigenziale dopo la fuoriuscita di Russo. E così, mentre i sindacati, dichiara Anzalone con sfinimento, dovranno ricominciare da capo ad educare il personale tecnico dirigenziale dell’assessorato, i gestori di questa tratta di petrolio e servi,  saranno lasciati allo sbando, ancora per un pò.