I Figli di Baal, il nuovo romanzo di Francesca Costantino

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    di Antonio Pignatiello

     

     

    E’ uscito I figli di Baal di Francesca Costantino. Cancellate quanto sapete della storia del pianeta: I Figli di Baal. La guida rossa inaugura la Nuova Era del genere umano.

    Ispirato ai giochi cult D&D degli anni ’90, Diablo e Baldur’s Gate, questo urban fantasy si dipana tra Aurigard, la Città d’Oro, e New York poco prima dell’11 settembre. Jason, Sean e Victoria (un negromante, un guerriero bardo e una maga nera) sono condannati a cercarsi tra le ere e le dimensioni, pur essendo una cosa sola. Essi infatti incarnano i tre “aspetti” del dio Baal, un’entità originaria di Venere e parte della Stirpe divina atlantidea. Il demone Mephisto, reietto dalla Stirpe, renderà gli esseri umani schiavi di una setta, impedendo ai protagonisti di riunirsi nell’avatar di Baal, l’unico che può distruggerlo.

    Amore, magia, musica rock ed esoterismo fanno da sfondo alle vicende umane, in una lotta fratricida che rivoluzionerà il modo di pensare di ognuno di noi.

     

     

    Francesca Costantino, giovane giornalista, scrittrice e blogger (www.raccontifantasy.com), è redattrice di riviste di moda ed editor per case editrici nazionali. Studiosa di New Age e teosofia, è insegnante cintura nera di Kung fu Tao Lung e meta-coordinatrice di Ipnosi e PNL (Programmazione neurolinguistica), per la società di coaching professionale Hypromaster. È inoltre finalista del concorso Il miglior racconto fantastico del XVIII Trofeo Rill, con il racconto Il giocatore di scacchi. Fan dei giochi di ruolo D&D e di musica anni ’80-’90, ha inserito molti riferimenti a canzoni famose nei suoi libri.

     

    L’abbiamo intervistata per Alpa Uno

     

    Quanto abbiamo dentro di noi, ciascuno di noi, dei miti e delle leggende e di demoni e angeli che provengono dalla notte dei tempi e ripercorrono le nostre esistenze inconsapevolmente?

     

    Moltissimo. È un background di conoscenza dell’umanità che ci portiamo dentro e ci fa evolvere. Se un gruppo di scimmie africane impara a usare un nuovo utensile, un altro gruppo di scimmie in Amazzonia – senza mai incontrare le “consorelle” – prima o poi imparerà a fare lo stesso. La conoscenza è qualcosa di acquisito tanto che spesso si dice che nulla è inventato, ma solo arricchito. Qualcuno chiamava questo concetto “Akasha”, ovvero il luogo dove si può accedere per attingere al sapere di ognuno di noi; io preferisco parlare di coscienza della Terra di cui noi facciamo parte, anzi, di cui noi siamo ospiti. Spesso siamo ospiti alquanto fastidiosi, ma solo perché non tutti sappiamo ancora carpire questa conoscenza universale.

     

    Dove nasce la volontà e il desiderio di scrivere un fantasy come il tuo?

     

    Dal mio passato, da quando sono nata in questa vita e anche prima, da ciò che mi è sempre piaciuto fare, cioè scrivere. Adesso ne ho acquisito le capacità e ho anche un messaggio di luce da dare. E, sempre in nome dell’evoluzione, lo sto già facendo.

     

    Qual’è la situazione della scrittura oggi in Italia? Leggono in pochi, scrivono in tanti, 60 mila titoli all’anno nuovi ma la lingua italiana oggi cos’è?

     

    Scrivono in tanti perché qualcosa da lasciare ai posteri e da dare a se stessi c’è sempre. La funzione di auto-analisi e auto-terapia della scrittura è importantissima, comunicare a se stessi in questo modo (soprattutto essendo costruttivi e propositivi) è un ottimo strumento per conoscersi e risolvere le situazioni che la vita ci pone davanti.

    Poi, certo, per fare gli scrittori di professione ci vuole di più. Intanto la capacità e l’abilità di scrivere in italiano. La prima si acquisisce studiando, mi viene da dire “grammatica questa sconosciuta”! La seconda attraverso la pratica costante di lettura e scrittura. Infine c’è la sensibilità personale, ciò che si è e si vuole dare e ricevere, il che si acquisisce vivendo, conoscendo persone, appassionandosi alla vita.

    In ultimo, bisogna considerare che qualsiasi opera necessita di un pubblico per essere definita tale. Il referente esterno, in questo caso il lettore o il fruitore, è necessario per capire se ho raggiunto l’obiettivo. La Programmazione neurolinguistica che studio in questo è esplicita: “Il risultato della comunicazione non è nelle intenzioni, ma nel risultato che se ne ottiene”. Quindi, se scrivo un libro e nessuno lo legge, posso provarci e riprovarci ancora, aggiustare il tiro per comunicare le mie intenzioni, finché non trovo il modo giusto per toccare la mente, l’anima e il cuore delle persone.

    Di fatto, inoltre, la lingua italiana – così come le persone – è in continua evoluzione. Come diceva Darwin, “Evoluzione = specializzazione, produttività ed evoluzione della specie”: mi specializzo in modo da saper scrivere correttamente in italiano, produco un libro e avvio la sua commercializzazione, quindi proseguo la specie “libro” attraverso gli occhi e i commenti dei lettori, magari insegnando anche ad altri come fare a farlo, come contribuire all’evoluzione attraverso la scrittura e i libri.

    È proprio questo il mio obiettivo: tra cinque anni a partire da adesso aprirò una mia casa editrice, passando per corsi di scrittura creativa ed editing di testi altrui. Perché sempre più persone trovino il loro particolare sistema di accedere e utilizzare la conoscenza, condivisa e acquisita nel corso delle epoche, dell’intera umanità.