Motorini che girano a vuoto, ma dai rubinetti esce aria invece di acqua. Scatta ad Alcamo l’ennesima emergenza idrica, proprio nel periodo in cui si registra il massimo dei consumi per i rientri in città dalle case di villeggiatura. Una serie di guasti concomitanti ha fatto saltare i turni di erogazione, che avviene ogni tre giorni e ciò non provoca problemi perché tutte le abitazioni sono fornite di cisterne e contenitori. In questi giorni la distribuzione avviene nei vari quartieri dopo l’accumulo di acqua al bottino comunale, metafora della secolare via crucis degli alcamesi che si riforniscono dai rubinetti posti accanto ai serbatoi ai piedi del Monte Bonifato. Saltati tutti i turni con attese che superano anche gli otto-dieci giorni. L’accumulo, circa 33 litri al secondo, per la distribuzione con l’acquai che arriva dalla sorgente di Dammusi, territorio di San Giuseppe Jato, e da pozzi di Mirto, Rakali e Billiemi, territorio di Monreale e Partinico.
Da Cannizzaro da giorni non arrivano i 45 litri al secondo a causa di un guasto alle pompe di sollevamento. Durante l’ultimo identico guasto, settembre 2021, sono stati necessari un paio di mesi per le riparazioni per l’arrivo dei pezzi di ricambi. “Desidero sapere quando si è guastata la prima pompa e poi la seconda – tuona il consigliere comunale Ignazio Caldarella- che deve essere utilizzata come riserva. E’ grave che si stia ripetendo quando accaduto quasi un anno fa”. Dal Comune assicurano che entro giovedì prossimo le pompe di sollevamento riprenderanno a funzionare. E intanto si dovranno fronteggiare disagi perché in contemporanea sono venuti a mancare anche i 50 litri al secondo di Siciliacque per riparazioni alle condutture. Ieri da Montescuro sono arrivati appemna5 litri al secondo. Le forniture di Siciliacque vengono pagate dagli alcamesi 69 centesimi a metro cubo più Iva. Si paga anche l’acqua che si perde per le strade, spalmata sulle bollette. Riparazioni spesso in ritardo o fatte più volte nello stesso luogo. Un gravissimo spreco.
Chi può ricorre all’acquisto dal Comune tramite autobotti, per un costo che si aggira sui 50-60 euro per le famiglie richiedenti. Le forniture con autobotti private che prelevano dietro pagamento al Bottino, richieste da centinaia di privati con case di villeggiatura soprattutto ad Alcamo Marina. Tempi lunghi per “normalizzare” l’erogazione poiché se vengono rispettai i tempi per rimettere in moto le pompe di Cannizzaro poiché occorre agire, con prudenza, tra la messa in funzione degli impianti e per le condutture in pressione. Allo stato attuale si andrà avanti per l’erogazione tra giornate necessarie all’accumulo fra un turno di erogazione e l’altro e quindi si allungano i tempi per vedere scorrere l’acqua dai rubinetti. Lo scorso gennaio è’ stato ammesso a finanziamento da parte del Dipartimento Acqua e Rifiuti dell’Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità il progetto definitivo per la manutenzione straordinaria ed efficientamento della condotta idrica adduttrice di Cannizzaro, per un importo complessivo di tre milioni e 817 mila euro. In particolare, l’acquedotto Cannizzaro, realizzato negli anni ottanta, convoglia le acque delle sorgenti nord e sud al bottino comunale. Per l’uso di tale sorgente Ignazio Caldarella occupò la sala consiliare per 89 giorni. L’allora sindaco Giacomo Sucameli spinto da questa protesta ottenne da Giuseppe Zamberletti, capo della protezione civile lo sfruttamento delle sorgenti Cannizzaro.