Due mesi circa di tempo, per l’esattezza entro il 30 novembre prossimo, per decidere se la gestione dell’acqua nei comuni del trapanese dovrà essere pubblica o privata. Dall’ultima videoconferenza tra i rappresentanti dei comuni dell’ATO Idrico di Trapani, non è venuta fuori alcuna intesa ed è rimasta tale e quale la netta spaccatura tra il presidente dell’ambito, il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, e gli altri 24 primi cittadini. Rizzo, anche da tecnico, continua a proporre l’affidamento delle acque a una ditta privata specializzata mentre tutti gli altri comuni restano dell’idea che il gestore, per i prossimi trent’anni, debba essere un ente pubblico o una società partecipata.
Al termine della riunione in videoconferenza il clima non è stato molto sereno e qualcuno avrebbe pure minacciato le dimissioni. un’ipotesi nell’individuazione del gestore. Secondo i 24 primi cittadini del trapanese, Castellammare del Golfo unico escluso, dopo l’adozione già avvenuta del piano d’ambito, strumento di programmazione idrica, fognaria e depurativa, l’ATO dovrebbe affidarsi a mani pubbliche. Contatti avanzati sono stati già avviati con l’AMAP, l’azienda pubblica palermitana che gestisce il servizio e rifornisce di acqua potabile, H 24, fino al confine della provincia di Trapani. L’ipotesi sarebbe quella che due amministratori del trapanese entrerebbero a far parte del consiglio di amministrazione dell’AMAP che così passerebbe dagli attuali cinque a sette membri.
Sarebbe, secondo i propugnatori, la soluzione più logica, più facile da perseguire e nell’ottica della contiguità territoriale. Fra coloro che stanno lavorando alacremente in tale direzione, l’alcamese Massimo Fundarò, assessore al comune di Calatafimi/Segesta. L’acqua è un bene pubblico e tale dovrebbe rimanere ma spesso, soprattutto dalle nostre parti, il carrozzone della burocrazia non è riuscito a modernizzare gli impianti, migliorare le condutture e garantire un servizio decente.
Proprio per questo, in molte altre zone dell’Italia, gli enti locali hanno preferito affidare la gestione dell’acqua a grosse aziende specializzate. Questa la tesi del sindaco castellammarese Nicola Rizzo. L’assemblea, tempo fa, aveva anche redatto un bando al quale aveva partecipato con manifestazione d’interesse non vincolante, una sola società: IRete, del gruppo Iren, che fornisce acqua potabile a circa 3 milioni di persone in diverse regioni italiane per un totale di 265 comuni serviti.