Il bambino è fuori pericolo ma lo stesso piccolo di appena 8 anni, i suoi familiari e la famiglia che lo ospitava sono ancora sotto un forte stato di schock. F.G., aggredito da due alani mentre giocava a casa di un amichetto, in contrada Sasi, in piena zona artigianale, ha il copro martoriato dai morsi dei grandi cani e dai susseguenti oltre 200 punti di sutura. Poi anche un paio di muscoli lacerati e una clavicola rotta. Anche Alcamo è rimasta colpita da questo episodio di cronaca e sui social si è scatenato il dibattito fra coloro che sono contro o a favore della detenzione di grossi cani con la discesa in campo anche degli animalisti. Il bambino, figlio di un noto imprenditore del settore abbigliamento per uomo e accessori, aveva per fortuna effettuato la vaccinazione antitetanica. Anche i due alani avevano rispettato tutto il percorso delle vaccinazioni. Nonostante questo, come previsto dalle leggi, dovranno essere sottoposti, per dieci giorni, all’osservazione da parte dell’ufficio veterinario dell’ASP. Intanto la piccola vittima si trova ricoverata all’ospedale dei bambini di Palermo dove è stata sottoposta a un corposa terapia antibiotica per scongiurare possibili infezioni. Poi seguiranno, a breve, alcuni interventi di chirurgia plastica per eliminare, quanto più possibile, i segni dei profondi morsi e soprattutto per ricostruire le fibre lacerate dei muscoli. I familiari di F.G. e quelli dell’amichetto coetaneo si tengono costantemente in contatto e, allo stato attuale, stanno collaborando su tutti i fronti. I due alani, invece continuano a passeggiare nel giardino dell’abitazione di contrada Sasi. Una razza di cani che non rientra fra quelle ritenute pericolose. Gli alani, infatti, seppur di enormi dimensioni non esternano solitamente esagerata aggressività come invece fanno i molossoidi. Non si riesce quindi a capire cosa sia scattato quindi nella mente dei due cani nel momento di abbattere la recinzione e scagliarsi sulla piccola vittima. Secondo alcune ipotesi tutto potrebbe essere scaturito da un istinto di protezione verso il proprietario che non era assolutamente in pericolo ma che stava soltanto divertendosi con l’amichetto, poi aggredito.