In tanti a Terrasini, questa mattina, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Vito Lo Iacono, il comandante del peschereccio Nuova Iside affondato il 13 maggio scorso nel mare al largo di San Vito Lo Capo, e il cui corpo è stato ritrovato in Calabria, sul litorale del comune di San Ferdinando, l’11 giugno. In tutte le maniere si è cercato di rispettare le norme anti-contagio e di evitare numerosi assembramenti ma il dolore e la rabbia, per quanto accaduto, sono davvero enormi. Impossibile tenere a casa parenti e amici del giovane e sfortunato pescatore morto, a bordo del suo motopesca, assieme ad altri due familiari, Matteo e Giuseppe, padre e cugino di Vito. Al funerale di questa mattina hanno preso parte, oltre al primo cittadino di Terrasini, Giosuè Maniaci, altri sindaci dei comuni del Golfo di Castellammare.
Soltanto la settimana scorsa è stato confermato che quel corpo rinvenuto in Calabria fosse quello del ventisettenne Vito Lo Iacono. Sul cadavere erano stati trovati due piccoli tatuaggi, raffiguranti un timone ed un cavalluccio marino che i familiari hanno riconosciuto. I tatuaggi, insieme al successivo esame del dna, hanno confermato che si trattasse proprio di Vito. La salma così lunedì sera è rientrata nella sua Terrasini.
Il naufragio ha distrutto un’intera famiglia composta da grandi e onesti lavoratori. Un dolore immenso e una grande eco mediatica che però non sono riusciti a fare chiarezza sul mistero di quella notte. Nei pressi del motopesca Nuova Iside transitava la Vulcanello M., grande petroliera.
Proprio questa avrebbe causato un’onda anomala o avrebbe colpito il peschereccio dei terrasinesi Lo Iacono? Dalla scatola nera poche certezze ma alcuni dell’equipaggio della petroliera e l’armatore restano indagati.