Firma falsa e sottrazione minore per salvarsi dal compagno, assolta castellammarese in Francia e in Italia

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Era consapevole di avere commesso reato, una firma falsa a nome del padre del figlio minore per ottenere la carta d’identità valida per l’espatrio, ma lo aveva fatto per salvare lo stesso ragazzino, all’epoca dei fatti di soli 8 anni, sé stessa e l’altra figlia avuta da un altro compagno. Una giovane donna tunisina, residente a Castellamare del Golfo, era così scappata in Francia dal compagno castellammarese per sottrarsi ai maltrattamenti e forze anche dal pericolo di vita. Adesso, difesa dall’avvocato alcamese Vito Galbo, è stata assolta sia dalla giustizia francese che da quella italiana.

Prima le assoluzioni oltralpe, a Marsiglia in rimo grado e ad Aix en Provence in appello, e ieri quella del tribunale di Trapani presso il quale era imputata di sottrazione di minore e rischiava una condanna a sette anni di reclusione. L’assoluzione è arrivata con il comma tre dell’articolo 530 vale a dire il riconoscimento della causa di giustificazione, quella assimilabile alla legittima difesa. La donna, che assieme al figlio adesso tredicenne e all’altra figlia vive a Nizza, era fuggita in Francia nel 2017 con documento regolare ma ottenuto con firma falsa. Si era messa in viaggio in aiuto accompagnata da un fratello per raggiungere un altro parente. A Ventimiglia, nonostante era stata allertata la polizia, riuscì a passare il confine perché i documenti, anche quello del bambino, erano regolari. Poi a Nizza venne raggiunta dai gendarmi che la mandarono a processo al tribunale di Marsiglia dove le venne riconosciuto il diritto di protezione internazionale del minore previsto dall’articolo 13 della Convezione dell’Aja. Quindi il rigetto dell’appello presentato dalla procura francese e quindi.

Ieri, l’assoluzione a Trapani dal reato di sottrazione di minore. Una vicenda che apre la strada ad alcune considerazioni. In un periodo in cui le situazioni difficili in famiglia sono purtroppo in crescita, una donna ha rischiato sette anni di carcere, consapevole di commettere reato (l’apposizione di una firma falsa e la fuga con il figlio minore), pur di evitare conseguenze molto più gravi per le stessa e per i suoi figli. E il tribunale di Trapani ha dato ragione alla giovane tunisina, da anni residente a Castellammare del Golfo, e alla tesi difensiva del suo legale, l’avvocato Vito Galbo.