Le indagini non si sono mai fermate dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, che grazie a tante connivenze ha praticamente fatto una vita quasi regolare per il lungo periodo di latitanza durato 30 anni. In manette ora è finita una insegnante di matematica di Campobello di Mazara. Infatti la Dda di Palermo ha chiesto e ottenuto l’arresto di Floriana Calcagno, 49 anni, che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura ed è ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Agli atti dell’inchiesta sono finite decine di foto, estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, che la ritraggono in compagnia del capomafia e che riprendono Messina Denaro circolare per strada tranquillamente in auto. Il padrino, in alcuni scatti, indossa un cappello a tesa larga e un foulard rosso.
Alla Calcagno i magistrati – il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i pm Piero Padova e Gianluca De Leo- contestano, tra l’altro, di aver assicurato a Matteo Messina Denaro sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale, nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani e di avergli assicurato, attraverso un sistema di staffetta e di scorta con la propria vettura, la possibilità di spostarsi da un comune all’altro in modo riservato». Floriana Calcagno è la nipote del capomafia Francesco Luppino. Calcagno e Messina Denaro si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara. Per ricostruire il ruolo avuto da Floriana Calcagno, l’insegnante arrestata oggi, nella latitanza di Matteo Messina Denaro sono stati fondamentali, oltre agli appunti trovati nel covo del capomafia, gli scritti indirizzati al boss da un’altra sua amante, la maestra Laura Bonafede, rosa dalla gelosia, già condannata per associazione mafiosa. Floriana Calcagno, avrebbe avuto un ruolo decisivo nella latitanza del boss. Lo ritengono i pm di Palermo che hanno chiesto e ottenuto l’arresto della donna. Un nuovo capitolo dell’inchiesta sulla trentennale fuga del padrino di Castelvetrano, che non se ne stava rintanato ma si concedeva anche passeggiate romantiche sul lungomare di Tre Fontane.