Emergenza siccità. Sempre meno acqua nelle dighe siciliane

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Sempre meno acqua nelle dighe siciliane. Sempre più prosciugate dall’emergenza siccità. Si evince dai i numeri pubblicati ieri dall’Autorità regionale di bacino, che al 13 maggio 2024 fotografano nei laghi un totale di circa 295 milioni di metri cubi di acqua, di cui solo 160 milioni effettivamente utilizzabili: si tratta dell’8% di risorsa in meno rispetto al mese precedente, quando i volumi risultavano già in calo su base mensile. Nel giro di 12 mesi sono venuti a mancare 226 milioni di metri cubi, pari al 43% del contenuto presente nell’Isola, come se fossero «evaporati» nel nulla sei bacini di grandi dimensioni. I Fanaco, nel Palermitano, oggi è una vasta pozzanghera che a un lago, con poco più di un milione di metri cubi di risorsa, il 91% in meno rispetto ai 12 milioni  a fine maggio dell’anno scorso, mentre nell’Ancipa, tra Enna e Messina, il deficit è arrivato al 73% e, ancora nella città metropolitana di Palermo, gli invasi Rosamarina e Poma toccano, rispettivamente, il 60% e il 34% di acqua in meno. Ma sono in crisi anche gli invasi nel versante meridionale del territorio, quelle destinate all’uso irriguo. La mancanza di piogge legate ai cambiamenti climatici hanno ridotto notevolmente l’acqua negli invasi. Intanto si parla di utilizzare le acque reflue dei depuratori per usi irrigui, che hanno accumulato anni di ritardi caratterizzate solo da chiacchiere come è avvenuto e avviene anche ad Alcamo. E ieri in 20 mila hanno protestato a Palermo nella manifestazione promossa dalla Coldiretti. “In Sicilia bisogna necessariamente pulire i laghi, che sono insabbiati. Bisognerebbe investire sulle infrastrutture idrauliche. Non lo si fa. Parole giuste Parole di Nello Musumeci, ministro della Protezione civile, già presidente della Regione siciliana, che solo ora si accorge delle emergenze.