La somma più consistente degli aiuti, tra i 40 e i 50 milioni, servirà a fronteggiare la crisi idrica in Sicilia, sia sul fronte dell’agricoltura sia per l’emergenza idropotabile, soprattutto nelle zone dell’entroterra siciliano, dove si cerca l’acqua come se fosse il petrolio. Ci sono poi gli aiuti per le piccole imprese, gli sconti a chi compra le auto ibride, i fondi per garantire la copertura degli aumenti contrattuali dei dipendenti regionali, il bonus voli e un sostegno per gli aeroporti di Comiso e Trapani-Birgi. Sono alcuni ei contenuti delle variazioni di bilancio che si lavora per approvarli dalla giunta entro la fine della prossima settimana, per poi trasmetterlo all’Ars. Complessivamente sono 250 milioni, frutto di maggiori entrate (tra Ires e Iva) e di somme non spese, che la regione ha recuperato. Mentre in alcuni comuni dell’Ennese, in particolare a Troina, la crisi idrica si acuisce tanto da spingere la Regione a predisporre un nuovo piano d’emergenza per evitare che i cittadini restino a secco, sull’altro fronte dell’emergenza siccità, quello che interessa i coltivatori. L’assessorato all’Agricoltura pubblica l’avviso per l’erogazione di aiuti in favore delle aziende siciliane produttrici di cereali, legumi e foraggio che hanno subito i danni causati dalla penuria di pioggia, dal primo gennaio fino al 31 maggio 2024. Si tratta dei 25 milioni di euro liberati alla fine dello scorso agosto dalla giunta Schifani a seguito dell’annuncio di calamità naturale per i cinque mesi in questione: 15 milioni stanziati da Roma e altri 10 previsti nella «manovrina» d’estate approvata all’Ars. Con cadenza quotidiana la Regione annuncia investimenti milionari per l’emergenza siccità. Ma quanti di questi soldi saranno realmente spesi e quando arriveranno alle imprese? Intanto gli annunci di un oceano di milioni.