Alpauno

Emergenza rifiuti. In Sicilia si paga la Tari più alta d’Italia, sindaci bussano alla Regione

La precarietà è diventata un modo di esistere che rappresenta la metafora della incapacità della politica che da decenni si spreca in parole ma che poi nella sostanza non approda a nulla. Così scoppia spesso l’emergenza rifiuti che attanaglia la Sicilia ed  è sempre più preoccupante. Con l’inizio della stagione estiva e il previsto aumento di produzione di spazzatura legato al turismo, i Comuni dell’Isola lanciano l’allarme sulla difficoltà di gestione e gli extra-costi, chiedendo urgenti aiuti economici alla Regione. Un problema non di poco conto, che mette in imbarazzo la politica siciliana. In queste ore è partita la caccia al tesoretto che il governatore Schifani ha messo sul tavolo qualche giorno fa. Il presidente della Regione ha quantificato in cento milioni il budget disponibile per la terza manovra., La manovra bis dà ai sindaci i primi 50 milioni per compensare l’aumento del costo di smaltimento dei rifiuti registrato negli ultimi due anni a causa dell’invio dell’indifferenziata in Danimarca. Ma i sindaci protestano: sono pochi. In particolare, l’ANCI Sicilia stima che servano almeno altri 50 milioni di euro per coprire l’aumento delle spese di smaltimento dell’indifferenziata, dopo i primi 50 milioni già stanziati con l’ultima manovra dal governatore Schifani. L’indifferenziata ormai satura le discariche locali ed è costretta a viaggiare verso impianti all’estero, con un esborso quasi raddoppiato per i Comuni nel biennio 2021-2022. Secondo il presidente dell’ Anci  servono con urgenza impianti di trattamento di prossimità sul territorio siciliano, “altrimenti oltre al danno ambientale si continuerà a gettare letteralmente milioni di euro dei contribuenti, tra fughe di indifferenziata verso il Nord Italia e mancata raccolta. Intanto dal mese entrante dovrebbe tornare a funzionare a pieno regime la discarica di contrada Borranea, nel Comune di Trapani, con il completamento dei lavori iniziati mesi fa. «La provincia di Trapani potrebbe raggiungere l’autosufficienza di bacino nella gestione dei rifiuti. Significherebbe dire addio ai trasferimenti in altre province, garantendo una riduzione dei costi, un servizio più efficiente e un minore impatto ambientale».

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