Rubinetti a secco nel cuore di Trapani, temperature in salita e un silenzio istituzionale. Domenica e lunedì scorsi il Comune capoluogo ha sospeso temporaneamente la fornitura d’acqua a Misiliscemi per alleggerire la pressione sulla rete idrica urbana, messa in crisi dagli squilibri generati dopo la riparazione della condotta “Bresciana” a Campobello di Mazara. Ma da Misiliscemi, che pure aveva firmato in Prefettura l’impegno a intervenire sull’impianto di sollevamento Marracco in caso di emergenza, nessuna risposta. Nessuna comunicazione, nemmeno una telefonata. L’assessore trapanese Vincenzo Guaiana ha provato a contattare più volte il sindaco Tallarita, invano. E mentre il centro storico resta uno dei territori più colpiti dai cali di pressione, Misiliscemi continua a ricevere 38 litri al secondo per 8.400 abitanti, a fronte dei 140 destinati a Trapani e ai suoi 45.000 residenti. Una sproporzione che a Palazzo d’Alì non è più tollerabile. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ennesima inadempienza rispetto agli impegni presi: spegnere Marracco in caso di crisi, avviare i lavori per un cisternone di supporto, contribuire alla stesura di un piano condiviso per la gestione delle risorse idriche. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Nessun RUP è stato designato, nessun progetto avviato, nessun fondi intercettati, nonostante siano disponibili risorse europee specifiche. Per questo l’Amministrazione Tranchida ha chiesto ufficialmente all’ATI Idrico una diffida formale nei confronti del Comune misilese e la convocazione urgente dell’Assemblea dei Sindaci entro il 23 giugno. All’ordine del giorno: soglie minime garantite per ciascun Comune, criteri di compensazione e sanzioni per chi non rispetta le intese. Perché — ribadisce Trapani — la gestione dell’acqua non può basarsi sull’arbitrio, ma su equità e collaborazione. Mentre le famiglie trapanesi fanno i conti con turnazioni irregolari e disagi crescenti, l’Amministrazione conferma la piena disponibilità al dialogo. Ma, come osserva amaramente una nota di Palazzo d’Alì, “per cooperare servono almeno due interlocutori”.
Emergenza idrica, Misiliscemi diserta gli accordi, scatta il richiamo ufficiale di Tranchida
